Ci sono partite che scrivono la storia senza cambiarla. Juventus-Milan del 5 febbraio 1950 è un match spartiacque nella storia del calcio italiano, ma non cambiò la storia di quel campionato anche se diede l'illusione di poterlo fare. Due grandi squadre a confronto in lotta per scudetto, in una Serie A orfana del Grande Torino che nemmeno un anno prima era uscito dalla storia ed era stato per sempre consegnato al mito nella maniera più tragica. La Juve di Parola, Boniperti, John Hansen e Praest, il Milan 'svedese' del trio Gre-No-Li, Gren-Nordhal-Liedholm, autentica macchina da gol.

Il risultato rappresenta una delle peggiori sconfitte di sempre subite dalla Vecchia Signora, per i rossoneri fu un'impresa che, però, non sarà sufficiente per vincere lo scudetto. Juventus-Milan del 5 febbraio 1950, esattamente 68 anni fa, fu la prima partita trasmessa in Italia sul piccolo schermo, sebbene la TV di Stato non avesse ancora iniziato le trasmissioni. Fu un'esperimento per la sola città di Torino in un'epoca in cui ancora pochissimi italiani potevano permettersi un apparecchio televisivo.

La TV italiana dei pionieri

Le prime trasmissioni televisive in Italia risalgono al 1939. Siamo a meno di un anno dalla Seconda Guerra Mondiale e nel luglio di quell'anno l'EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) che da tre anni è passato sotto il controllo diretto del regime fascista, inizia in via sperimentale le proprie trasmissioni.

A Roma entra in funzione un piccolo studio in via Asiago, il trasmettitore viene montato a Monte Mario. La maggioranza degli italiani non può permettersi un televisore a valvole come quelli prodotti in quell'epoca ed i programmi, per lo più balletti, spettacoli, cabaret, interviste sportive, sono dunque riservati ad una ristretta cerchia di persone agiate che vivono nelle tre grandi città, Roma, Milano e Torino.

Quelle registrazioni sono state in gran parte distrutte dalla guerra: gli archivi dell'EIAR andarono in fumo sotto i bombardamenti Alleati. Nell'immediato dopoguerra la TV italiana rinasce dalle ceneri, faticosamente come il resto del Paese duramente provato dal lungo conflitto. Nel 1952 l'EIAR cambia denominazione e si trasforma in RAI - Radio Audizioni Italiane.

Due anni dopo la denominazione sarà cambiata in RAI - Radiotelevisione Italiana che avvierà la propria programmazione il 3 gennaio 1954.

Juventus-Milan in TV

Quello del febbraio del 1950 è dunque un esperimento. La partita tra Juventus e Milan è una tappa fondamentale per lo scudetto, l'EIAR decide riprenderla per poi mandarla in onda per la sola città di Torino, per tutti coloro che non hanno trovato posto al Comunale dove quel 5 febbraio di 68 anni fa non entrava nemmeno uno spillo. Pochi televisori, la gente si ritrova nei bar o davanti le vetrine dei negozi per assistere al match. Le telecamere fanno il loro ingresso nello stadio, trasportate dai mezzi dei Vigili del Fuoco. Fa freddo, Torino è ammantata di neve ed il campo è pesantissimo.

C'è un pò di nebbia ed il telecronista, Carlo Bacarelli, si renderà conto di quanto l'occhio televisivo sia più acuto di quello umano. Senza il monitor sarebbe stato difficile raccontare la partita.

Milan, epica vittoria

Saranno parecchie, in effetti, le cose da raccontare. Juventus e Milan sono separate in classifica da tre punti a vantaggio dei bianconeri che sperano nel match casalingo per allungare. Così pare dopo appena 13', quando la galoppata di Praest favorisce l'inserimento di Hansen che batte Lorenzo Buffon: torinesi in vantaggio, pertanto, in una gara che sembra in discesa. Nessuno immagina che sulla Juventus stia per abbattersi la bufera. Nemmeno 2' dopo, infatti, il poderoso Nordhal pareggia il conto sugli sviluppi di un corner.

Poi, nell'arco di soli 3', il Milan travolge la capolista: dal 23' al 26' vanno a segno Gren, Nordhal e Liedholm, dopo nemmeno mezz'ora i rossoneri conducono per 4-1. I tifosi della Juventus ammutoliscono, lo stadio è un tripudio di bandiere del Milan. Al 41' piove sul bagnato, quando il grande Carlo Parola, il difensore che anche gli inglesi invidiano all'Italia, commette l'unico intervento 'cattivo' della sua straordinaria carriera. Letteralmente frastornato dall'incontenibile Nordhal, infatti, gli rifila un calcione e viene espulso. Nella ripresa il Milan dilaga ulteriormente, ancora Nordhal, Burini e Candiani fissano il punteggio su un clamoroso 7-1. Chi ritiene che la Juve sia finita dopo quella disfatta però si dovrà ricredere: sarà solo un rovinoso incidente di percorso.

Successivamente la capolista mette a segno un filotto di otto vittorie consecutive che spianano la strada all'ottavo titolo di campione d'Italia. Il Milan non vince lo scudetto addirittura dal 1907, ma ci sono le basi per un grande ciclo: si rifarà infatti nella stagione successiva. Sono trascorsi 68 anni, nell'epoca dell'HD quelle immagini sono paragonabili ad un reperto archeologico. Eppure, la lungha storia del calcio in TV inizia proprio da quella partita.