Per l'Inter non c'è mai stato nulla di normale, nel bene e nel male. La qualificazione alla prossima Champions League è arrivata al termine di una rocambolesca sfida con la Lazio in cui i tifosi nerazzurri si sono preoccupati, rincuorati, disperati, rinfrancati e, alla fine, sono esplosi di gioia. Per il club milanese tornare nel massimo trofeo continentale dopo 6 stagioni è un immenso toccasana in termini di prestigio e, soprattutto, economici. Bisogna però fare un pò di chiarezza sui nodi di mercato che in tanti hanno collegato alla Champions e che, invece, non hanno alcun nesso con la partecipazione alla kermesse con le grandi d'Europa.
Gli introiti della Champions daranno una grossa mano all'Inter nella prossima stagione, ma non risolvono i problemi dell'attuale bilancio: il fair play finanziario impone alla società di fare delle plusvalenze entro il 30 giugno prossimo. Il riferimento è diretto a due operazioni che l'Inter vorrebbe chiudere, relative ai riscatti di Cancelo e Rafinha. Non sarà semplice e, benché il direttore sportivo Piero Ausilio ostenti fiducia, si mantiene comunque realista. Le sue parole sanno di 'doccia fredda', ma i tifosi hanno comunque il diritto di sapere cosa potrebbe impedire la conferma di due giocatori che, nella seconda parte della stagione, si sono rivelati molto importanti.
'Cancelo e Rafinha? Le nostre valutazioni saranno economiche e non tecniche'
"La Champions non risolve i problemi di questo bilancio - sottolinea Ausilio in una lunga intervista ai microfoni di Radio Rai - e noi dobbiamo realizzare delle plusvalenze come ci impone il fair play finanziario. Vogliamo trattenere questi ragazzi, ma sono sincero: non sarà facile perché sono riscatti 'importanti' e le società non hanno nessuna voglia di trattare. Dunque servono soluzioni alternative, però sono fiducioso perché abbiamo tempo".
Ausilio rivendica con orgoglio i meriti della società nerazzurra nell'aver rivalutato Joao Cancelo e Rafinha. "Le valutazioni che faremo saranno di carattere economico e non certamente tecnico. Abbiamo puntato su Cancelo che nessuno conosceva ed abbiamo rilanciato Rafinha credendo in lui nonostante venisse da un infortunio e da un lungo periodo di inattività.
Siamo andati avanti nonostante le critiche ed abbiamo avuto ragione". A conti fatti, per riscattarli entrambi, l'Inter dovrebbe sborsare oltre 70 milioni di euro: per Cancelo sembra un treno perso in partenza, riguardo a Rafinha i segnali che arrivano da Barcellona non sono chiari. Secondo indiscrezioni ci sarebbe la disponibilità del club catalano a rinegoziare il prestito, ma c'è anche la voce che il centrocampista brasiliano abbia delle richieste importanti in Premier League, per cui la società blaugranata potrebbe anche decidere di monetizzare subito la sua cessione (nel caso molto probabile in cui l'Inter non possa riscattarlo) visto che non rientra in ogni caso nei piani.
Il rinnovo di Icardi
Se c'è però un'ombra che la qualificazione Champions ha spazzato via, riguarda certamente il futuro di Mauro Icardi ed è sempre Ausilio a rompere ogni indugio riguardo al capitano. "Non abbiamo tasselli da mettere a posto, Mauro ha un contratto di tre anni. Due mesi fa abbiamo dichiarato che l'intenzione era quella di sederci e migliorare ancora questo contratto, vogliamo gratificarlo per quello che ha dato insieme ai suoi compagni". Il ds toglie parla anche del futuro di Brozovic e Perisic, definendoli "due dai quali abbiamo intenzione di ripartire".
Smentite alcune indiscrezioni di mercato
Nei giorni scorsi, alla luce della difficoltà dell'Inter nel riscattare Cancelo, sono trapelate alcune indiscrezioni circa i possibili sostituti.
"Non abbiamo interesse per Florenzi o Bruno Peres - puntualizza Ausilio - ed in realtà qualcosa a livello di mercato è stato fatto. Siamo partiti prima degli altri con tre innesti, tutti sanno di chi parlo (De Vrij, Asamoah e Lautaro Martinez, ndr)". A proposito di De Vrij, in merito alle polemiche seguite alla partita con la Lazio, Piero Ausilio liquida la questione in maniera sbrigativa. "Giusto che abbia giocato, questi giocatori sono professionisti per cui è opportuno liberarci da queste dinamiche. In Germania o in Inghilterra nessuno avrebbe aperto un caso. La storia del calcio è piena di questi casi".