In queste ultime settimane, il Quirinale è stato protagonista dell'intricato scenario politico italiano, ma martedì 8 maggio al Colle sono approdati degli ospiti decisamente meno formali e molto più sportivi. Ci riferiamo, infatti, alle due squadre Juventus e Milan, giunte in visita al Presidente della Repubblica prima che si disputasse la finale di Coppa Italia che ieri, 9 maggio, ha visto la larga affermazione bianconera per 4-0.

Juventus e Milan al Quirinale

Su invito di Sergio Mattarella, le due squadre sono arrivate a pochi minuti di distanza l'una dall'altra.

Tuttavia, prima che giungessero i calciatori, è intervenuto il presidente del Coni e commissario straordinario della Lega di Serie A, Giovanni Malagò. Il capitano bianconero Gigi Buffon e il mister Massimiliano Allegri sono stati tra i primi a fare il loro ingresso al Quirinale, mentre tra gli ospiti vi erano anche l'arbitro Damato ed i suoi collaboratori. Quando le due formazioni sono giunte a destinazione, immancabilmente all'esterno c'erano ad attenderli i tifosi per chiedere selfie e autografi.

Ecco come il Milan ha voluto ricordare il particolare evento.

Il discorso di Sergio Mattarella

Nel suo discorso ai due club, Mattarella ha sottolineato l'importanza della correttezza degli atleti, per dare un esempio a tutti coloro che seguono il calcio, soprattutto i bambini, dando al contempo dimostrazione di sportività, poiché si tratta di personaggi seguiti con attenzione e ammirazione da gran parte degli appassionati.

Il presidente ha ricordato: "Quando sono stato eletto Presidente della Repubblica, ho giurato e letto il discorso paragonandomi ad un arbitro ed assicurando la mia imparzialità". Allo stesso tempo, il Capo dello Stato ha ricordato che ogni direttore di gara dev'essere aiutato dai calciatori che hanno il dovere di essere corretti, aggiungendo che un arbitro è tanto bravo quanto leale, corretto e privo di simulazioni, così come deve esserlo anche ogni calciatore.

Ha ammesso di seguire, quando può, il calcio, e di assistere anche a tanti esempi di correttezza durante e dopo le gare, ricordando come si tratti di esempi importanti soprattutto per i giovani.

Il presidente si è detto anche orgoglioso degli arbitri italiani, guardando soprattutto agli incontri internazionali e a quanto avviene all'estero, ricordando che il miglior direttore di gara è quello che, solitamente, non viene mai notato dal pubblico.

Al termine del suo intervento, Mattarella ha fatto i suoi migliori auguri alle due squadre, ricordando ai singoli componenti che hanno un "compito importante".

I discorsi dei capitani

Dopo aver consegnato al Capo dello Stato le magliette ufficiali delle rispettive squadre di calcio, i due capitani hanno ascoltato l'intervento del Presidente della Repubblica, il quale ha rivelato di seguire con simpatia tutte le formazioni italiane, descrivendo il nostro movimento calcistico come uno dei più importanti d'Italia, molto seguito anche all'estero.

Subito dopo ha parlato Buffon, capitano della Juventus, il quale si è detto consapevole della delicata situazione politica che sta attraversando il Paese, aggiungendo però di non voler entrare nel merito, e chiedendo al presidente di rendere i cittadini orgogliosi di appartenere a questo Stato con le sue prossime scelte.

Secondo il portiere juventino, infatti, l'Italia non può permettersi mediocrità, essendo sempre stata una realtà di grandi eccellenze. Ha ringraziato Mattarella per l'invito, accettato con gioia, e ha rivelato di sapere bene di rappresentare il calcio italiano durante la finale di Coppa Italia, una competizione snobbata per diversi anni, che solo di recente è stata rivalutata. Inoltre ha ricordato l'importanza delle idee, della voglia di fare e della passione nel rendere meravigliosa qualsiasi esperienza, anche quando questa può apparire in fase discendente. Infine, ricollegandosi al tema della sportività introdotto dal Capo dello Stato, Buffon ha sottolineato l'importanza della lealtà nel calcio, affermando di essere ben consapevole dell'esempio importante che lui e tutti i colleghi rappresentano per gli appassionati.

Terminando il suo discorso, l'ex portiere della Nazionale ha promesso che avrebbe stretto la mano a tutti i giocatori del Milan in caso di sconfitta.

È giunto poi il turno di Leonardo Bonucci, capitano del Milan, il quale ha sottolineato la necessità di ricordare che la finale di Coppa Italia dev'essere soprattutto una "festa del calcio". Il difensore rossonero ha raccontato anche un particolare episodio, dicendo di aver conosciuto Ermanno, un ventenne affetto da sindrome di Down che ha seguito Milan-Verona. Il giocatore milanista è rimasto sorpreso quando, parlando col ragazzo, ha notato che questi non ha mai usato il termine "partita", evidenziando come per lui fosse soprattutto una grande festa di cui ha parlato con grande gioia.

In sintesi, il giocatore della Nazionale ha detto che Ermanno gli ha insegnato che è possibile migliorare ulteriormente il calcio italiano, trasformando quelle che sono viste come delle sfide in spettacoli ricchi di valori.

Infine Giovanni Malagò e Gaetano Miccichè (presidente della Lega Serie A) hanno concluso la giornata esprimendo il loro orgoglio di essere italiani, e soprattutto di trovarsi al Quirinale, ospiti del Presidente Mattarella.