La Gazzetta dello Sport ha intervistato uno dei grandi ex del campionato italiano: Eder. L’ex attaccante di Sampdoria, Inter e della nazionale azzurra, come tante 'vecchie glorie', adesso milita nel campionato cinese. Il calciatore nel corso dell’intervista ha parlato della squadra di Spalletti, ed anche dei grandi obiettivi di Suning. Dopo due stagioni trascorse con la maglia nerazzurra, l'italo-brasiliano ha cambiato squadra, ma non società né colori di maglia. Eder gioca adesso nello Jiangsu Suning, squadra che porta il nome della società proprietaria del club.

Il passato all'Inter

Il calciatore ha avuto modo di raccontare la forza dell'azienda di Nanchino. "Suning se solo volesse, potrebbe acquistare Messi e portarlo a Milano. La società vista da dentro, è un vero e proprio impero senza confini. Quando comprarono l'Inter, promisero delle cose precise, e stanno mantenendo quelle promesse. Non si parlò chiaramente di scudetto, vittoria della Champions League o l'acquisto immediato di Messi. Si parlò di una crescita della struttura societaria e dell'intero ambiente, squadra compresa. Ed è esattamente quello che sta succedendo". "Hanno tutti i mezzi e le risorse necessarie per far sognare i tifosi neroazzurri. Suning se vuole può far succedere qualunque cosa, anche portare Messi a Milano.

Ovviamente ci sarebbero da limare molti aspetti fiscali legati alle tasse, ma se la Juventus è riuscita a portare Cristiano Ronaldo a Torino, allora sognare non è poi cosi sbagliato"."L'anno scorso, dopo il pareggio con il Crotone, ci fu una riunione nello spogliatoio con tutti i calciatori, preparatori, massaggiatori e membri dello staff: 'Dobbiamo andare in Champions.

Dobbiamo'. Fu la prima volta in 2 anni all'Inter, che vidi occhi convinti, persone determinate, tutti volevano la stessa cosa, avevamo tutti quanti un solo obiettivo, raggiungere la Champions League. Grazie alla società, alle strutture, alle risorse messe a disposizione, l'Inter è tornata ad essere una grande realtà, con un bel progetto, con un gruppo affiatato fatto prima di uomini e poi di calciatori".

Il futuro in Cina

"In Italia credo che potrei ancora giocare e fare bene in diverse squadre. Mi sento bene e so di poter dare ancora tanto al calcio. Però dopo 12 anni passati in serie A, ho avuto un'opportunità, quella di approcciarmi ad un nuovo tipo di calcio, ad una realtà completamente differente da quella italiana. Qui in Cina mi trovo benissimo, con un'ora di treno arrivo da Nanchino a Shanghai. Li puoi trovare davvero di tutto, e sopratutto tantissimi prodotti italiani, che non mi fanno sentire la mancanza del buon cibo italiano. Gli unici problemi che ho incontrato riguardano la lingua e la guida, poiché qui guidano differentemente, e non è facile abituarsi dopo tanti anni ad un nuovo modo di guidare.

Ho trovato una soluzione semplice, il mio autista è anche il mio traduttore".

"Il calcio qui in Cina non è semplice come si possa pensare, gli allenamenti sono veramente tosti e si corre tantissimo. Qui essere in forma conta molto, se non sei allo stesso livello atletico dei tuoi compagni, fai molta fatica e rischi anche delle brutte prestazioni. Il presidente Zhang si fa sentire molto spesso, segue la squadra anche se si vede molto poco, personalmente soltanto in due occasioni ho avuto la fortuna di incontrarlo".