La magia del calcio, quella che può condurre un giocatore dall'altare alla polvere e viceversa. Il caso specifico è quello di Gabriel Barbosa che nel 2017 venne bollato come 'bidone', in realtà una definizione assolutamente impietosa per un attaccante che all'Inter venne impiegato con il contagocce. 'Scelta tecnica', oppure 'il ragazzo non è adatto al calcio italiano', giudizio frettoloso su chi, meno di due anni dopo, rischia di prendersi tutto e di vincere trofei che altri colleghi anche più celebrati possono soltanto sognare. E lo sta facendo da protagonista con una delle maglie più prestigiose del mondo, quella del Flamengo, nel suo Brasile: i numeri parlano chiaro, ad iniziare dall'anno scorso in cui l'Inter lo aveva girato in prestito al Santos, la squadra che lo aveva lanciato al grande calcio, dove la sua carriera è vertiginosamente ripartita a suon di gol, 18 che gli hanno permesso di salire sul trono dei bomber del Brasile.

Poi il secondo prestito al 'Mengao' e qui Gabriel non si è più fermato, dimostrando di meritare ampiamente il nomignolo di 'Gabigol' che in Italia era diventato una sorta di meme satirico.

Numeri straordinari

I numeri non si improvvisano: ci sono e basta. I gol di Gabriel sono 20 in 22 gare del massimo campionato brasiliano e 7 in 11 partite di Copa Libertadores. Il Flamengo guida la classifica del Brasileirão quando mancano 8 giornate al termine con 8 punti di vantaggio sui campioni in carica del Palmeiras ed il prossimo 23 novembre giocherà la finalissima di Copa Libertadores a Santiago del Cile contro il River Plate. In questa stagione, inoltre, la formazione rubro-negra ha già vinto il campionato statate di Rio de Janeiro per la 35esima volta nella sua storia.

Inutile dire che Gabriel Barbosa è l'uomo in più di questa squadra che conta comunque su un organico assolutamente di prim'ordine: Filipe Luis, Bruno Henrique, De Arrascaeta, Vitinho, Everton Ribeiro, Willian Arao, il veterano Diego e l'ex romanista Gerson, oltre ai gioiellini Lincoln e Reinier sono tutti punti di forza di una straordinaria macchima da calcio messa a punto dal tecnico portoghese Jorge Jesus, ex Benfica e Sporting Lisbona.

Una squadra che potrebbe entrare nella storia del club vincendo tutto ciò che c'è da vincere. Non è così scontato: il Flamengo non conquista il massimo campionato brasiliano da dieci anni e l'unica finale di Copa Libertadores l'ha disputata nel 1981 ai tempi di Zico e Junior. Tra l'altro la vittoria del titolo continentale aprirebbe ai carioca la possibilità di disputare il Mondiale per Club.

L'indimenticabile 1981

Il 1981 è un anno che i tifosi più maturi del Flamengo non dimenticheranno mai. Trascinato dalla classe immensa di Zico, il club rossonero conquistò la sua prima ed unica Copa Libertadores battendo in finale i cileni del Cobreloa e, sopratutto, la Coppa Intercontinentale che allora valeva come titolo mondiale per club, schiantando 3-0 il Liverpool nella finale di Tokyo. Quel Flamengo probabilmente ineguagliabile raccolse applausi e consensi in tutto il mondo per il suo gioco assolutamente spettacolare ed il citato Zico era certamente il punto di riferimento, in quella stagione sicuramente il più forte calciatore del pianeta. Ma non si può non citare l'eclettico Junior, indimenticato anche dai tifosi del Torino o il fortissimo centravanti Nunes che in quella stagione fece più reti di Zico.

Altri pilastri del Flamengo del 1981 erano i difensori Marinho e Mozer ed i centrocampisti Andrade, Adilio e Tita. Eppure in quella stagione magnifica ci fu un 'neo': il Flamengo salì sul trono del Sudamerica ed in cima al mondo, ma non riuscì a confermarsi campione del Brasile a causa dell'eliminazione nei quarti di finale (il torneo allora si sviluppava in una sorta di play off dopo una fase a gironi) subita dal Botafogo. Quella squadra resta indimenticabile per il livello di calcio sviluppato nell'ambito di una vera generazione di fenomeni (basti ricordare il Brasile del 1982) che, oltretutto, militava quasi interamente in patria. L'esodo verso l'Europa e l'Italia in particolare sarebbe iniziato qualche anno dopo, mentre oggi per un giocatore brasiliano è normale oltrepassare l'oceano ancora in giovane età.

Difficile paragonare il Flamengo di oggi a quello di 38 anni fa, ma Gabigol e compagni possono fare ancora meglio di quello squadrone essendo in corsa per vincere tutti i trofei: incredibile, ma vero.

Il futuro di Gabriel Barbosa

La stagione in Brasile si avvia verso la conclusione ed il 31 dicembre Gabriel Barbosa tornerà ad essere un giocatore dell'Inter. I pareri dei tifosi sono discordanti: molti citano quel 'presunto' fuoriclasse 'non visto' in Italia, altri sostengono che possa essere utile alla causa visto che allo stato attuale l'unico centravanti di ruolo a disposizione di Antonio Conte è Romelu Lukaku. L'impressione è che l'Inter consideri Gabigol solo un'ottima plusvalenza, il giocatore oggi vale quei 30 milioni che i nerazzurri hanno speso nell'estate del 2016 per il suo acquisto, le richieste in Europa non mancano, ma più di tutti è viva la possibilità che il campione olimpico di Rio scelga d restare al Flamengo, specie se davvero il club carioca dovesse chiudere la stagione in modo trionfale.

"Deve decidere se vuole giocare al Flamengo nel 2020. La deadline è l’ultimo giorno del suo contratto (31 dicembre 2019, ndr), ma non aspetteremo fino all’ultimo giorno dell'anno", ha affermato il vicepresidente del club brasiliano Marcos Braz. Il numero 2 del Mengao ha sottolineato l'esistenza di una trattativa con l'Inter per l'acquisto definitivo dell'attaccante classe 1996. "Siamo a fine stagione, lui è importantissimo per il Flamengo: in un caso così importante, un’eventuale sostituzione deve essere fatta con calma. La priorità è Gabriel, lo vogliamo: ma dobbiamo vedere cosa vuole lui. Con l’Inter è tutto ben avviato, le trattative sono sulla strada giusta dopo la proposta del Flamengo: ora la decisione spetta a lui", sono state le esatte parole di Braz riportate anche da Sky Sport.