Urbano Cairo, presidente del Torino e di RCS MediaGroup, ha espresso il suo parere in merito ad un'eventuale ripresa del campionato alla fine di maggio. Nonostante i vertici del calcio italiano non abbiano ancora preso una decisione definitiva, in questi giorni diversi esponenti di questo sport stanno facendo sentire la propria voce.
Il proprietario del Toro, raggiunto dall'Ansa, si è schierato a favore dello stop definitivo della Serie A 2019/2020. Infatti ha dichiarato che, tenendo conto della situazione in cui versa l'Italia in questo momento: "Non esiste pensare a giocare tra un mese e mezzo".
Dunque, è necessario che le varie componenti del calcio italiano facciano al più presto fronte comune per arrivare ad una presa di posizione concreta e unitaria.
Cairo favorevole alla chiusura anticipata della Serie A 2019/2020
L'emergenza sanitaria in atto nel nostro Paese sta avendo grosse ripercussioni anche sul mondo del calcio. Tuttavia, stando ad alcune indiscrezioni, ci sarebbe la volontà di provare a ripartire intorno alla fine di maggio. Quest'eventualità però non starebbe mettendo tutti d'accordo, poiché non solo i calciatori, ma anche alcuni presidenti la riterrebbero pericolosa per la salute e inopportuna.
Tra i sostenitori di uno stop definitivo al campionato 2019/2020 c'è sicuramente Urbano Cairo.
Il presidente del Torino, intervistato dall'Ansa, ha affermato che, ad oggi, è impossibile pensare ad una ripresa delle partite. L'imprenditore piemontese, infatti, ritiene che il problema principale consista nel fatto che il Coronavirus rappresenti una pandemia "che ha una forza senza precedenti".
Cairo ha appoggiato in pieno il parere di Giovanni Rezza, professore dell'Istituto Superiore di Sanità, il quale ha detto che se dipendesse esclusivamente da lui non darebbe il via libera alla ripartenza delle gare di Serie A: "Oggi ha parlato un uomo di scienza - ha evidenziato il patron granata - e ha detto una cosa che io sostengo da tempo semplicemente perché ho una certa dimestichezza con i numeri".
L'editore piemontese ha anche sottolineato che l'8 marzo scorso era intervenuto per ribadire la necessità di far scattare il lockdown per il bene dei cittadini italiani, piuttosto che soffermarsi a parlare del futuro del campionato. A tal proposito, il presidente del Toro ha evidenziato che se non ci fosse stata la chiusura: "Ci sarebbero stati 400mila contagi nel mese di marzo e 50mila morti".
'Le decisioni che vanno prese non dipendono dai singoli desideri'
Durante il suo intervento all'Ansa, Urbano Cairo ha menzionato la Cina che ha chiuso tutto per due mesi e mezzo con restrizioni maggiori rispetto a quelle adottate dall'Italia: se nel nostro Paese si adottasse la stessa metodologia, si potrebbe pensare ad una ripresa degli allenamenti alla fine di maggio. Di conseguenza, si potrebbe tornare in campo solo negli ultimi giorni di giugno, rischiando di concludere la stagione ad agosto. Tutto ciò andrebbe poi a rovinare la fase preparatoria al 2020/2021.
"Questo è impossibile, e io l'ho sempre detto - ha sentenziato il dirigente d'azienda - Purtroppo le decisioni che vanno prese non dipendono dai singoli desideri".
Di conseguenza, la decisione finale dev'essere collettiva e non deve basarsi sulle esigenze di ogni club o delle istituzioni del calcio italiano ed europeo. Difatti, Cairo ritiene che, di fronte alla realtà dei fatti: "Saranno costrette a capitolare tutte le federazioni e le leghe dei campionati".