Occhi lucidi e tanta commozione hanno accompagnato Zlatan Ibrahimovic alla prima conferenza stampa dopo il suo ritorno nella nazionale della Svezia, a quasi cinque anni dall’ultima apparizione internazionale (era il 22 giugno 2016, contro il Belgio). A un'esplicita domanda su come avesse reagito il figlio al tanto ritorno in nazionale, lo svedese si è lasciato andare, commovendosi. “Quando ero ripartito per Milano, si è messo a piangere”, queste le parole dello svedese riferite proprio alla reazione del figlio.

Dopo la vittoria esterna sul campo della Fiorentina, si era detto molto contento e soddisfatto del proprio momento personale: molto carico mentalmente e con grande voglia di dimostrare di essere ancora all’altezza dei livelli internazionali e, perché no, della Champions League.

Il ritorno in Nazionale è stato progettato ed ampiamente concordato con il C.T. svedese: “Avevo seguito la Nazionale da vicino”, dice, “ma non tutto dipendeva solamente dalla mia volontà. Dovevo confrontarmi anche con il C.T. Andersson. Voglio essere d’aiuto per questa squadra. Mi sento ancora vivo e mi sento il migliore di tutti”.

L'importanza della famiglia

Naturalmente, la lontananza dalla famiglia – rimasta in Svezia durante la sua permanenza a Milano – si è fatta sentire in questi mesi e, altrettanto sicuramente, stare vicino ai propri figli potrà contribuire alla serenità e alla tranquillità di Zlatan.

Uno dei fattori che Zlatan ha sofferto di più negli ultimi mesi in Italia – per sua stessa ammissione – è stata proprio l’assenza della famiglia.

Difatti, la moglie Helena ha preferito rimanere in Svezia, considerato luogo ideale per la crescita dei loro figli. Per la sua tranquillità e serenità personale, non è escluso che il Milan proponga all’intera famiglia di trasferirsi a Milano.

Parole al miele per il Milan

Durante la conferenza, il campione svedese ha parlato anche de rossoneri: ha descritto, infatti, come “molto felice” il suo momento e la sua seconda esperienza al Milan, mostrandosi inoltre molto fiducioso per la sua permanenza a Milano anche nella stagione 2021/2022.

Si sente un padre per gli altri giocatori ed un faro per lo staff tecnico e dirigenza, e il campo non gli dà torto: 15 gol in altrettante partite e una leadership affermata, sia dentro che fuori dal campo.

Il suo strapotere fisico, gli permette infatti di essere determinante in Serie A, ancora a quasi 40 anni. La cura maniacale del dettaglio, dell'alimentazione e del recupero dopo gli allenamenti - che a una certa età sono fondamentali - fanno di lui un campione senza tempo.

Basti guardare come, da solo, ha cambiato radicalmente la mentalità e l'attitudine di un gruppo di ragazzi che si ritrova nelle parti alte della classifica.

D’altronde, Ibrahimovic non sembra avere la minima intenzione di mollare. Nelle ultime interviste a bordocampo ha quasi “sfidato” il direttore tecnico Paolo Maldini, invitandolo implicitamente ad offrirgli un rinnovo di contratto per la prossima stagione.

All’interno dello spogliatoio, si è creata un’atmosfera quasi magica grazie a lui e all’allenatore Stefano Pioli, complici i risultati positivi e le grandi prestazioni: i giovani che gli anni precedenti hanno avuto numerose difficoltà, anche a causa di un progetto tecnico non all’avanguardia ed affidato talvolta alla casualità, hanno vissuto e stanno vivendo una crescita esponenziale.