Il futuro di Alessio Romagnoli nel Milan potrebbe essere in bilico: il suo contratto è in scadenza nel giugno 2022 e ancora il club non si è fatto avanti concretamente per discutere del rinnovo del difensore italiano.

La richiesta del suo agente Mino Raiola, a fronte dei tre milioni netti percepiti attualmente, sarebbe di poco meno del doppio: quasi sei milioni netti. Il Milan per ora ci pensa ma valuterebbe anche le eventuali alternative.

L’offerta di rinnovo per ora non arriva

Il rendimento altalenante di Romagnoli avrebbe lasciato un po’ perplessa la dirigenza rossonera: il classe '95 non sarebbe più ritenuto un elemento insostituibile nella scacchiera di Stefano Pioli: basti pensare all’intervento sul mercato a gennaio per assicurarsi (almeno in prestito) un difensore dalle grandi potenzialità come Tomori.

Romagnoli, in questo momento, percepisce un ingaggio di tre milioni netti all’anno. Il suo contratto però, scade nel giugno 2022 e la politica di sostenibilità del club rossonero spingerebbe ad adottare una strategia al ribasso, anche per non gravare eccessivamente sul bilancio: peraltro ci sono anche e soprattutto i rinnovi di Donnarumma, Ibrahimovic, Calhanoglu e Kessie da considerare.

Prime sirene di mercato

Per non rischiare di lasciar partire a parametro zero il calciatore ex Roma (ma da sempre dichiaratosi tifoso della Lazio), il Milan potrebbe anche valutare l’ipotesi di cessione già in questa prossima sessione estiva. Con l’eventuale approdo in Champions, la dirigenza sarebbe intenzionata a investire i 35 milioni della (molto probabile) qualificazione in parte per il riscatto di Tomori ed eventualmente per un giovane difensore da far crescere.

Alla finestra intanto ci sarebbe la Juventus, che assiste interessata allo sviluppo della situazione di Romagnoli, ma anche il Barcellona, alle prese con un importante ricambio generazionale, che potrebbe seriamente valutare il profilo del difensore italiano classe '95.

Le prestazioni del difensore

Acquistato dalla Roma per 25 milioni nel 2015, sotto la gestione di Sinisa Mihajlovic, il difensore era considerato dall’unanimità come uno dei più grandi prospetti del calcio italiano degli anni successivi.

Le sue prime due stagioni a Milanello erano state segnate da buone prestazioni (con anche la vittoria in Supercoppa italiana contro la Juventus) e da una crescita continua. Dopo l’addio di Bonucci nel 2018 però l’evoluzione di Romagnoli, che avrebbe dovuto prendere interamente le chiavi del reparto arretrato rossonero, si è un po' attenuata.