Il 22 maggio non potrà mai essere una data banale per i tifosi interisti. Perché è il giorno della storica notte di Madrid, quella in cui il Principe Diego Milito è diventato re con una doppietta al Bayern Monaco nella finale del 2010 di Champions League. La serata che ha rivisto l'Inter sul tetto d'Europa a 45 anni di distanza dall'ultima volta e che ha concesso ai nerazzurri il privilegio di essere la prima, e ancora oggi l'unica, squadra italiana ad aver realizzato il cosiddetto triplete: Coppa Italia, Serie A e Champions League. Tutte vinte nella stessa stagione nel giro di 17 giorni.

11 anni dopo i tifosi dell'Inter, vinto il 19° scudetto, possono ricordare quella data con meno nostalgia.

La notte di Madrid

Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Javier Zanetti, Cambiasso; Eto'o, Sneijder, Pandev; Milito. Questa la formazione titolare di quella finale allo Stadio Santiago Bernabeu. L'11 titolare che nessun tifoso dell'Inter si potrà mai dimenticare perché una squadra forte capace di realizzare il sogno di tutto il popolo nerazzurro. Gran parte del merito va di certo a José Mourinho, lo Special One, l'allenatore di quell'Inter.

L'uomo, che subito dopo la vittoria è fuggito nella macchina dell'allora, e attuale, presidente del Real Madrid Florentino Perez, con cui avrebbe iniziato la sua nuova avventura. E che 11 anni dopo è pronto a tornare in Italia, ma a Roma.

La maggior parte di quei calciatori non aveva vinto tantissimo, a parte Samuel Eto'o reduce dal triplete con il Barcellona nella stagione precedente.

Ma c'era un gruppo molto compatto in grado di superare i propri limiti e tutte le situazioni avverse. Giocavano poi quasi sempre quegli 11 perché Mourinho non faceva tantissimi cambi. Sono stati importanti anche Stankovic, Thiago Motta e Balotelli. Così come lo sono stati negli spogliatoi Cordoba e Materazzi. La stagione 2009/2010 dell'Inter è stata davvero infinita, resa molto bella dalla vittoria della Coppa Italia il 5 maggio contro la Roma e dalla conquista dello scudetto all'ultimo soffio a Siena il 16 maggio.

Ma per far diventare incredibile quell'annata c'era da concretizzare il sogno, non l'ossessione, come diceva Mourinho, di alzare al cielo anche la Champions League. Dopo la semifinale thriller con il Barcellona, la finale contro il Bayern Monaco è stata forse una partita più facile. Ma di certo più tesa ed emozionante. Difesa fortissima, come in tutta quella stagione, e ripartenze velocissime. Due gol, uno per tempo, realizzati entrambi da Milito. Il centravanti argentino capace di decidere tutte le finali con la rete a Roma in finale di Coppa Italia e quella di Siena fondamentale per il successo in campionato. E poi la mitica doppietta nella notte di Madrid.

Ora la festa scudetto

Per 11 lunghi anni i tifosi dell'Inter hanno celebrato la notte del triplete sempre con un po' di nostalgia e amarezza.

Perché dopo i primi trofei con Roberto Mancini e l'apoteosi con José Mourinho quel gruppo sapeva di essere arrivato alla fine di un ciclo. Nessuno di loro ha poi vinto trofei importanti, molti si sono ritirati da lì a qualche anno. Dopo il triplete sono arrivate la Supercoppa Italiana e il Mondiale per Club 2010 con Rafa Benitez, per poi chiudere un'era con la Coppa Italia 2011 sotto la gestione Leonardo. Ora la bacheca nerazzurra si è arricchita di un nuovo trofeo, il 19° scudetto, che sta per essere alzato al cielo a San Siro.

Tra qualche ora ci sarà infatti l'ultima partita del campionato 2020/2021 in casa contro l'Udinese. Al termine di questo match si potrà celebrare l'impresa della nuova era nerazzurra: i ragazzi di Antonio Conte.

Le somiglianze fra lui e Mourinho sono numerose. Le loro due squadre hanno un gioco a volte molto simile. Ma in questo caso l'Inter di oggi può benissimo aprire un ciclo vincente mantenendo i propri giocatori migliori come Lukaku, Lautaro e Barella. Il fondo Oaktree potrà dare di sicuro una mano per cercare di vincere ancora con la permanenza di Antonio Conte. Per un'Inter che vuole tornare grande anche in Champions League.