Il nome di José Mourinho è al centro della scena mediatica negli ultimi giorni dopo l'annuncio della Roma, che ha ufficializzato l'allenatore lusitano come nuovo responsabile tecnico a partire dalla prossima stagione.
La sua nomina ha scatenato reazioni contrastanti, anche sui social: c'è chi sottolinea che gli ultimi anni dello Special One sono stati contraddistinti da insuccessi, e chi invece lo osanna ricordandosi non solo la grandissima impresa compiuta dall'Inter di Mou nel 2010, ma anche la Champions League vinta da outsider con il Porto nel 2004.
Dall'impresa con il Porto al Triplete neroazzurro
Dopo alcune esperienze come vice-allenatore, la sua carriera come tecnico in prima persona inizia in Portogallo, prima al Benfica e poi all'Uniao Leiria.
La sua consacrazione arriva con il Porto, che lo mette sotto contratto nella stagione 2001/2002, dove in tre anni vince di tutto e si presenta al mondo intero come uno dei manager più promettenti in circolazione: due campionati portoghesi, una Coppa di Portogallo, una Supercoppa portoghese, una Coppa Uefa e, soprattutto la Champions League nella stagione 2003/2004. Lascia poi il Porto, con una media di punti a partita di ben 2,31, per andare a Londra, sponda Chelsea.
Con gli inglesi continua a collezionare trofei, vincendo due Premier League, due Coppe di Lega, una Community Shield e una FA Cup.
Dopo tre anni lascia il Regno Unito per fare la storia in quel di Milano, sponda nerazzurra.
Con l'Inter José Mourinho compie l'impresa, riportando l'Inter sul tetto d'Europa dopo 45 anni e vincendo anche Coppa Italia e Serie A nella stessa stagione: è Triplete. Nei due anni con la beneamata, lo Special One porta a casa due campionati di Serie A, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Uefa Champions League.
Lascia poi Milano nel 2010 tra le lacrime per allenare una delle squadre più prestigiose al mondo, il Real Madrid.
Dal Real Madrid al Tottenham, gli anni più duri per lo Special One
A Madrid le aspettative sono altissime, ma il tecnico portoghese non parte bene: al primo anno porta a casa solo la Copa del Re. Il secondo anno va decisamente meglio, con il Real che vince la Liga, ma è l'unico trofeo della seconda stagione di Mourinho ai Blancos.
Ci riprova il terzo anno, ma fa anche peggio dei due anni precedenti, vincendo solamente la Supercoppa di Spagna. "Mou" decide quindi di tornare a Londra nella stagione 2013/2014, per riabbracciare i suoi ex tifosi del Chelsea.
Mai scelta fu più azzeccata, al primo anno porta a casa Premier League e Coppa di lega, ma l'entusiasmo è effimero per i tifosi dei Blues, poichè lo Special One l'anno successivo e viene esonerato prima di metà stagione, il 17 dicembre 2015. La stagione successiva si siede sulla panchina dei rivali del Manchester United.
Con i Red Devils resta in carica per due anni e mezzo, tornando a vincere una Europa League e mettendo in bacheca un'altra Coppa di Lega (la quarta) e una Community Shield.
Anche qui però, i rapporti si faranno tesi con la dirigenza e la tifoseria, con Mourinho che viene cacciato a metà della terza stagione, proprio come con il Chelsea, il 18 dicembre 2018.
L'ultima esperienza di José, inizia nel novembre del 2019, dopo quasi un anno di pausa e riflessioni, sulla panchina del Tottenham. Nei due anni londinesi, la squadra di Mourinho colleziona una serie di brutte prestazioni, culminate con la clamorosa sconfitta 3-0 contro la Dinamo Zagabria e la conseguente eliminazione degli Spurs in Europa League; verrà esonerato un mese dopo, il 19 aprile 2021.
Dati e analisi
L'esperienza al Tottenham è stata per lui una delle peggiori, non solo dal punto di vista di trofei vinti (nessuno) ma anche dalla media punti, solamente 1,77.
La sua fase migliore da questo punto di vista l'ha vissuta sulla panchina del Porto totalizzando la bellezza di 2,31 punti a partita.
Ora su di lui ha deciso di puntare la Roma per rilanciarsi ai vertici della Serie A, ma quella capitolina può essere anche per "Mou" l'occasione di rilanciarsi dopo le ultime deludenti stagioni.