La città è la stessa, ma si gioca allo Stade de France di Saint-Denis. La prima finale di Coppa dei Campioni che vide avversarie Liverpool e Real Madrid si disputò invece al Parco dei Principi di Parigi il 27 maggio 1981, 41 anni fa. Non viene ricordata come una gara particolarmente spettacolare, fu un match molto tattico e, a tratti, nervoso risolto a poco meno di 10' dal novantesimo dal gol di un difensore. Sugli sviluppi di una rimessa laterale il pallone giunse ad Alan Kennedy che lo stoppò di petto all'altezza del lato corto dell'area di rigore sul versante sinistro: il numero 3 dei reds entrò di forza in area trafiggendo il portiere Agustin.

Il Liverpool sollevò così la sua terza Coppa dei Campioni. Alla vigilia di Liverpool-Real Madrid, finale che assegnerà la Champions League 2021-2022 e che va in scena per la terza volta (nel 2018 le due formazioni furono avversarie a Kiev e vinse 3-1 il Real, ndr), Alan Kennedy ha rilasciato un'intervista al Daily Mail ricordando quella partita e facendo anche un paragone tra il suo Liverpool e quello allenato da Jurgen Klopp.

'Quel pallone atterrato perfettamente sul mio petto'

Alan Kennedy era arrivato al Liverpool nel 1978, la squadra aveva appena vinto la sua seconda Coppa dei Campioni. Le sue caratteristiche erano quelle di un terzino sinistro con spiccate propensioni offensive: acquistato dal Newcastle non poteva sapere che il suo nome si sarebbe legato in maniera 'pesante' alla conquista di altri due titoli continentali per club.

Kennedy vincerà infatti anche la Coppa dei Campioni della stagione 1983-84 contro la Roma allo stadio Olimpico realizzando il rigore decisivo in quella lotteria dal dischetto che rimane tra le più celebri di sempre. Ma tornando al 1981 e alla finale di Parigi contro il Real Madrid, la sua reazione raccontando il gol decisivo è, oggi come allora, di genuina sorpresa.

"Quando ho visto Ray Kennedy raccogliere il pallone per la rimessa laterale mi stavo guardando intorno, ho visto uno spazio e ci sono entrato per portarmi dietro gli altri giocatori. Poi mi ha lanciato il pallone - aggiunge - e non pensavo che sarebbe arrivato a me perché non lo avevo chiesto, ma è atterrato perfettamente sul mio petto".

Alan Kennedy ha eluso l'intervento di Garcia Cortes che non è riuscito ad allontanare la sfera e ha tirato in porta gonfiando la rete del Real.

Il confronto tra i reds di due epoche

Il Liverpool del 1981 e quello attuale hanno un punto in comunque proprio nel ruolo di Alan Kennedy: tanto lui quanto Phil Neal erano due terzini che spingevano tantissimo sulle corsie esterne, come fanno oggi Andrew Robertson e Trent Alexander-Arnold. "Phil era molto più costante di me - dice Kennedy - mentre io ero talvolta più negligente. Ma a parte questo, Andy e Trent sono esattamente ciò che eravamo io e Phil quarantuno anni fa. Vorrei che Andy Robertson tirasse maggiormente in porta perché ha questa abilità".

Gli addetti ai lavori sono più o meno concordi nel definire quel Liverpool allenato da Bob Paisley più solido e compatto rispetto a quello di Jurgen Klopp ed è un'analisi che non trova in disaccordo Alan Kennedy. "Potete dirlo, ma lo dico anch'io: nessuno superava Graeme Souness, Ray Kennedy e Jimmy Case". Ha poi un momento di commozione nel ricordare Ray Kennedy e Ray Clemence, compagni di squadra in quell'impresa continentale che, purtroppo, sono scomparsi in tempi recenti: "Mi mancano così tanto, erano importanti per me. 'Clem' ci rassicurava, ci dava convinzione mentre Ray era uno di cui mi fidavo". Eroi del passato che, però, non vengono dimenticati come lo stesso Alan Kenney: a pochi passi da Anfield Road c'è un murale che lo raffigura mentre stringe quella Coppa dei Campioni vinta 41 anni fa.

"Non sapevo nemmeno che lo avessero fatto e per me significa tanto, rafforza il mio legame con questa città e queste strade. Spero che ricordi alla gente ciò che abbiamo fatto e che, forse, abbiamo aperto la strada a ciò che il Liverpool sta facendo adesso".