Si è tenuta ieri la finale dei Mondiali di Qatar 2022, terminata con la storica vittoria dell'Argentina di Lionel Messi dopo 36 anni dall'ultimo successo. Il Diez è stato il protagonista assoluto dell'ultimo incontro, sia in campo che fuori.

Oltre alla doppietta realizzata in campo, ha infatti incuriosito la scelta di indossare una sorta di mantellina di colore nero nel momento di alzare la coppa al cielo. L'indumento è conosciuto come bisht; appartiene alla cultura saudita e pare che sia stato proprio Tamim bin Hamad al-Thani, sovrano del Qatar, a proporre l'idea al campione argentino nel momento della celebrazione.

La scelta di coprire la maglia della selección con la tunica non è stata però apprezzata da tutti; sui social sono stati numerosi i commenti negativi, arrivati anche da personalità note. Oltre a stonare con il momento, non sono mancate le accuse di propaganda politica con un gesto che secondo alcuni poteva essere evitato in un momento sportivo così importante. Particolarmente duro è stato il giudizio di Fabio Caressa, intervenuto sulla questione nel corso dell'approfondimento post-partita in onda su Sky Sport.

Cos'è il bisht, l'indumento indossato da Messi durante la premiazione

Il bisht è una particolare tunica appartenente alla cultura saudita, utilizzata sia nei tempi odierni che in passato con un significato particolare.

La sua diffusione è localizzata in buona parte del Medio Oriente, realizzato in colorazioni variabili come il nero, marrone e il bianco. Secondo la tradizione locale, è consuetudine indossarlo sopra una tunica più lunga di colore bianco. La tunica saudita indossata da Messi è associata a concetti come regalità e ricchezza; non a caso, l'utilizzo è tendenzialmente esclusivo di sovrani o leader politici.

In passato veniva anche utilizzato dai capi tribù o da personalità influenti nell'ambito bellico. In sostanza, indossare il bisht è oggi prerogativa di personalità meritevoli di rispetto e onorificenze particolari.

Messi omaggia il Qatar nel giorno della festa nazionale

Oltre alle accezioni storiche e culturali legate al bisht, l'indumento viene oggi utilizzato anche in corrispondenza di festività e celebrazioni importanti.

Difatti, il giorno della finale e del trionfo argentino è coinciso con la festa nazionale in onore dell'unificazione del Paese avvenuta il 18 dicembre del 1878.

Molti hanno infatti notato come, oltre all'emiro presente alla consegna della coppa, buona parte delle personalità qatariote presenti allo stadio indossasse proprio la tunica di colore nero.

Polemiche social e non solo per la scelta di Messi: 'Infantino doveva fermarla'

La scelta del comitato organizzatore di proporre a Messi l'utilizzo del bisht è stata commentata dal segretario generale Hassan Al Thawadi alla BBC, confermando il proposito di raccontare la cultura araba e musulmana. L'intento non è stato però apprezzato da alcuni appassionati e professionisti del settore.

La scelta di Messi è stata vista come un possibile tentativo di utilizzare nuovamente il calcio per propaganda etica e politica. Tra i volti noti che si sono esposti contro l'utilizzo del bisht si è distinto il noto commentatore e giornalista Fabio Caressa, perentorio nel corso dell'approfondimento post-partita andato in onda su Sky Sport. "Mi è sembrata una cosa fuori luogo ed esagerata", ha dichiarato il telecronista parlando della circostanza con gli ospiti in studio, sottolineando quanto - a suo dire - in quel momento avrebbero meritato maggiore risalto la maglia argentina e la fascia da capitano.

Le discussioni sul tema si aggiungono dunque alle numerose critiche in relazione all'esperienza complessiva dei Mondiali in Qatar, caratterizzati da non poche ombre mediatiche.