L'Inter non smette di stupire: la capolista di Simone Inzaghi sembra essere sempre più una perfetta macchina da gol. Dopo le quattro reti messe a segno nel match in trasferta contro la Roma, il tabellino dice che sono 55 le reti segnate in campionato fino ad ora. A ciò si aggiungono i soli 12 gol subiti (miglior difesa del campionato) e le 19 vittorie sulle 23 partite disputate.

A dare ancora più risalto a questi numeri c'è un dato che dice come l'Inter non sia Lautaro-dipendente. La squadra nerazzurra è infatti riuscita finora a mandare in rete 12 giocatori diversi in campionato, ultimo dei quali il difensore Alessandro Bastoni (autore in pieno recupero della rete del 2-4 finale contro la Roma).

Segno che mister Inzaghi può contare su tutte le sue pedine anche in proiezione offensiva.

55 gol segnati in 23 partite: numeri da record

In campionato nessuno è in grado di reggere il ritmo dei nerazzurri, con 55 gol segnati in 23 gare. La media tenuta fino ad ora è di 2,4 gol a partita.

Nella classifica dei miglior marcatori della Serie A di questa stagione, inoltre, i nerazzurri piazzano tre giocatori nelle prime cinque posizioni: Lautaro al primo posto con 19 gol e Calhanoglu e Thuram nel gruppetto dei quinti con nove reti. Inoltre gli uomini di Inzaghi paiono in grado di segnare in qualsiasi modo: di testa, in ripartenza e su rigore.

Inoltre le statistiche dicono che dei 55 gol segnati 15 sono stati realizzati nell'ultimo quarto d'ora di partita.

Un segnale che l'Inter sa essere pericolosa anche alla lunga distanza, quando le altre squadre perdono lucidità e accusano la stanchezza.

Inzaghi può contare su ogni giocatore

Simone Inzaghi ha a dispozione giocatori che sanno esattamente cosa devono fare nell'arco di una partita. A differenza dell'anno passato, quest'anno l'inserimento dei difensori è un fattore chiave: Pavard e Bastoni tendono spesso ad accentrarsi per creare superiorità numerica sulle fasce; in questo modo è ad esempio nato il gol del 4-2 del difensore italiano contro la Roma.

A fare ancor più la differenza, però, pare essere la tenuta mentale: sotto 2-1 alla fine del primo tempo contro la Roma, al rientro in campo è cambiata completamente la musica e sono bastati 10 minuti di grande intensità, forza mentale e gioco veloce rasoterra per ribaltare il match e portare a casa una vittoria fondamentale per consolidare il primato nella classifica di Serie A.