Antonio Conte ha vinto il suo quinto Scudetto in carriera (in appena 6 anni alla guida di 3 squadre diverse della Serie A), Simone Inzaghi si è invece arreso e ha perso il secondo titolo che grida vendetta dopo quello lasciato per strada una manciata di anni fa e 'consegnato' nelle mani del Milan.

Tante le analogie tra quella e questa annata, come l'impressione che le sconfitte di Bologna (quella di quest'anno arrivata all'ultimo secondo di partita) abbiano alla fine pesato in modo decisivo.

Il campionato era da tempo nelle mani del Napoli, anche quando l’Inter si trovava a più tre sui partenopei sembrava di fatti di trovarsi davanti ad un vantaggio effimero.

Il calendario favoriva gli uomini di Conte, mentre il peso della stagione gravava sulle gambe e sulla testa dei ragazzi di Inzaghi, reduci dalla notte del 4-3 contro il Barcellona.

A onor del vero, la Champions League ha assorbito molte energie nervose dei nerazzurri. Troppi i punti lasciati sul campo in concomitanza con le gare europee: nonostante tutto, sarebbe stato sufficiente battere la Lazio ma una disattenzione di Bisseck, l’ennesima in una stagione con luci e ombre, ha scritto la parola fine sulla Serie A 2024/2025.

Di certo nessuno tra i nerazzurri ha 'deciso' su cosa puntare a inizio anno, ma la stagione ha ad un certo punto mostrato un quadro chiaro: sono esistite due Inter, quella disattenta e imprecisa della Serie A, e quella scintillante e mai doma della Champions League.

Le lacrime di Lautaro il simbolo di una resa che deve diventare rivalsa

Dopo la partita contro il Como, diverse telecamere hanno inquadrato Lautaro Martinez, disperato e con la testa bassa. L'impressione è che non sia stata la stessa disperazione vissuta quando l’Inter perse lo scudetto all’ultima giornata contro il Milan, anche se l'amarezza è parsa ugualmente tanta.

Di diverso quest'anno c'è però che la stagione non è finita: il 31 maggio prossimo infatti, i nerazzurri affronteranno il PSG nella finale della Champions League. Contro i lariani, Inzaghi ha lasciato a riposo diversi titolari e perso Bisseck per infortunio (le sue condizioni andranno rivalutate), dimostrando di pensare e molto all'ultimo atto internazionale che vedrà l'Inter di scena a Monaco tra meno di una settimana.

Due anni fa a Istanbul finì malissimo, col Manchester City per la prima volta nella propria storia Campione d'Europa. Quest'anno però, i nerazzurri vogliono scrivere una storia diversa.

L’ultimo scoglio è il PSG di Luis Enrique

Chi avrà la meglio? Difficile a dirsi.

Il PSG dei petroldollari ha piano piano lasciato il posto a quello delle idee, non a caso i francesi sono diventati una squadra una volta salutate stelle del calibro di Mbappè, Messi e Neymar, trascinato da calciatori forse meno roboanti ma più funzionali alla causa e da un portiere, Donnarumma, mai parso in forma come quest'anno.

Il divario economico in campo sarà comunque tanto: a gennaio i parigini si sono assicurati Kvaratskhelia per oltre 70 milioni, mentre l'acquisto più oneroso dei nerazzurri rimane quello del secondo portiere, Joseph Martinez, pagato 14 milioni dal Genoa.

Ad attendere l'Inter ci sarà una partita nella partita: quella tra due tecnici, uno ha già vinto la Champions (Luis Enrique), l'altro mai (Simone Inzaghi), e quella tra due club, uno la coppa l'ha già vinta 3 volte e punta al quarto successo (l'Inter), mentre i parigini non ci sono mai riusciti e portano con sé il solo ricordo dell'ultimo atto perso contro il Bayern di Monaco nell'anno della pandemia.

Ad avere la meglio sarà forse la squadra che alla fine ha saputo sognare con più convinzione.