"A quale Inter sono più affezionato? Dipende da cosa s’intende. Quella del Triplete (2010) ha fatto la storia, ma sono affezionato anche ai meravigliosi ragazzi del ’98, che non vinsero lo scudetto soltanto per una ladrata della Juventus": tagliente, mai banale e spesso critico verso la società bianconera, in questi termini si è espresso nelle ultime ore l'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, che nel corso della sua ultima intervista al quotidiano La Gazzetta dello Sport ha ribadito come senta ancora "suo" lo scudetto perso nel 1998.
E vinto proprio dai rivali della Juventus.
Nel 1997-98 la Juve chiuse a 74 punti contro i 69 dei nerazzurri
Il campionato a cui fa riferimento Moratti è quello del 1997-98, che vide i bianconeri alla fine vittoriosi con 74 punti contro i 69 dei nerazzurri.
Quel torneo è rimasto nella storia, non solo per l'avvincente duello tra le due più acerrime rivali della Serie A quanto per un Juventus vs Inter disputatosi il 26 aprile del 1998 (a poche giornate dal termine dunque), che vide la compagine allora allenata da Marcello Lippi sconfiggere gli uomini di Gigi Simoni, tecnico dei nerazzurri, col punteggio di 1-0 (gol di Alessandro Del Piero).
Quel match è passato alla storia per il famigerato contrasto tra Iuliano e Ronaldo che l'arbitro, Piero Ceccarini, decise di non sanzionare col calcio di rigore a favore dei nerazzurri. Perso lo scontro diretto, l'Inter si arrese e accumulò poi ulteriore svantaggio, chiudendo come già ricordato a 5 punti dai rivali.
La rivalità tra Inter e Juventus non ha confini e non avrà mai fine, serve uno scatto culturale
Le dichiarazioni di Massimo Moratti non fanno che riaccendere uno scontro, atavico e praticamente da sempre connaturato al calcio italiano, tra la Vecchia Signora e i nerazzurri, da sempre opposti alla compagine bianconera. Un astio che lo scandalo di Calciopoli del 2006 ha contribuito ad alimentare, con uno scudetto revocato alla Juventus e assegnato proprio all'Inter.
Il club piemontese ha in bacheca 36 scudetti contro i 21 nerazzurri, nessuno nella storia del massimo campionato italiano ha fatto meglio (al terzo posto c'è il Milan con 19 scudetti).
Tanti gli episodi arbitrali controversi andati in scena negli scontri diretti.
Oltre a quello già citato del 1998, se ne ricorda uno in cui furono invece gli juventini a lamentarsi. In un Juventus vs Inter del 12 dicembre 1999 arbitrato da Stefano Braschi e conclusosi 1-0 per i padroni di casa, il direttore di gara tirò fuori il cartellino rosso all'indirizzo di Edwin van der Sar, all'epoca portiere dei bianconeri, per aver bloccato con le mani un tiro avversario al di fuori della propria area di rigore.
Una volta ricevuto il rosso, Van Der Sar si inginocchiò in segno di protesta per l'ingiustizia subita. E aveva ragione: l'olandese colpì il pallone in pieno petto. Un errore dunque, come tanti ne sono stati fatti e tanti ne verranno commessi, senza che debbano necessariamente portare a un pensiero dietrologo su questo o quel perché.
Quando chi segue il calcio capirà che l'arbitro è solo una delle componenti dell'incontro e che può sbagliare (come i calciatori in campo), tutto il movimento farà un salto a livello culturale.