La Juventus di Tudor, al netto dei cambiamenti effettuati nel reparto offensivo in estate, sta ripercorrendo il medesimo cammino della squadra che allenò un anno fa Thiago Motta. Stessi punti ottenuti nello stesso numero di match, imbattibilità mantenuta ma tanti pareggi che iniziano a far serpeggiare il malcontento fra i tifosi bianconeri.
Juventus, il cammino fatto dai bianconeri con Tudor ripercorre quello di un anno fa fatto con Motta
Cambia l’allenatore, ma non la sostanza. Dopo sei giornate di campionato, la Juventus di Igor Tudor sembra ripercorrere, passo dopo passo, il cammino della squadra guidata un anno fa da Thiago Motta.
Dodici punti in sei partite, frutto di tre vittorie e tre pareggi: lo stesso identico bottino che i bianconeri avevano raccolto alla stessa altezza della passata stagione.
Le somiglianze non si fermano ai numeri. Anche il calendario, per certi versi, sembra aver voluto disegnare un curioso parallelismo. Con Motta, la Juve si era confrontata con due big del campionato, Roma e Napoli, uscendo imbattuta da entrambe le sfide (due pareggi). Con Tudor, lo scenario si ripete: Milan e Inter nel primo blocco di stagione, ancora una volta senza sconfitte — pareggio con i rossoneri, vittoria rocambolesca e arrivata solo nei minuti finali contro i nerazzurri.
Emblematico, in entrambi i casi, il tema dell’imbattibilità.
Sia la Juve di Motta che quella di Tudor non hanno conosciuto il sapore amaro della sconfitta nelle prime sei giornate, segno di una solidità mentale e tattica che continua a rappresentare un tratto distintivo della squadra. Tuttavia, le differenze iniziano a emergere nel reparto arretrato. Se con Motta la difesa bianconera era stata un muro invalicabile — sei partite senza subire gol —, con Tudor la retroguardia ha mostrato qualche crepa: cinque reti incassate in campionato e, soprattutto, sei subite in Champions League che pesano sul bilancio complessivo.
Un malcontento da non sottovalutare alla Continassa
Numeri alla mano, il confronto racconta di una Juventus che, pur mantenendo lo spirito competitivo e la capacità di restare in partita fino all’ultimo, sembra meno equilibrata e più discontinua nella gestione difensiva.
Ma la sostanza non cambia: anche sotto la guida di Igor Tudor, i bianconeri si confermano un gruppo difficile da battere ma incapace di regalare emozioni forti ai propri tifosi. È vero, la stagione è appena iniziata, però i fischi percepiti alla conclusione del match pareggiato 0-0 con il Milan sono stati un monito che alla Continassa non dovrebbero sottovalutare. Perché il malcontento si sta allargando a macchia d'olio fra i tifosi bianconeri, spaventati dalla possibilità di vivere un'altra stagione quasi anonima.