Non sono buoni i dati resi noti dall'Associazione Antigone circa le difficili condizioni di vita nelle carceri italiane. Un tema questo che continua ad essere al centro delle discussioni del mondo politico ma che, ad oggi, non sembra aver trovato una soluzione che possa far rientrate il nostro paese all'interno delle regole richieste dall'Unione Europea.

Come espresso dalla stessa coordinatrice nazionale dell' Antigone Susanna Marietti, i dati circa gli atti di disperazione nei penitenziari italiani sono tutt'altro che positivi. Nel corso del 2013 infatti, ci sono stati ben 1.067 tentativi di suicidio, per la maggior parte sventati grazie al pronto intervento della Polizia Penitenziaria.

In 42 casi nulla è stato possibile e il fatto è terminato con la tragica morte del detenuto. Ben più numerosi, inoltre, gli atti di autolesionismo, 6.902 casi, volti ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e degli organi competenti.

Da evidenziare, inoltre, i tentativi da parte delle persone in carcere di non accettare passivamente la propria situazione. Come dichiarato dal Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, sono state ben 768 le manifestazioni indette dai detenuti a favore dei provvedimenti di amnistia e indulto alle quali hanno preso parte circa 85.000 detenuti. Numeri da non sottavolutare se consideriamo che nonostante tutto, gran parte del mondo politico continua a non prendere seriamente in considerazione questa soluzione.

Il Premier Matteo Renzi ha infatti sempre considerato la soluzione dell'amnistia e dell'indulto non attuabile per risolvere il gravissimo problema del sovraffollamento carcerario.

E' lecito quindi chiedersi come farà il nostro Paese a rientrare nei canoni imposti dalla Corte Europea entro fine maggio. Diversamente l'Italia sarà costretta a pagare pesanti sanzioni.