Oggi, 25 novembre, si celebra nel mondo la giornata contro la violenza sulle donne. In tutte le città italiane si celebra la giornata contro la violenza sulle donne e molte sono le iniziative al riguardo. Il fenomeno sta prendendo sempre più campo e i dati dell'Eures sono raccapriccianti. Il numero delle donne uccise nel 2013 è di 179 casi, perlopiù delitti che si consumano tra le pareti domestiche e in particolare nel nord produttivo e più civilizzato, si fa per dire. Nella sola città di Brescia si contano 380 casi di violenza e molestie sempre ai danni delle donne.
Nella città di Milano oggi si svolgerà una manifestazione davanti al Muro delle Bambole, e sembra che qualcuna di queste bambole, tra le più belle e originali, siano state anche rubate. Si caldeggia l'adesione a quella carta internazionale che punta a tre aspetti fondamentali per rallentare e stroncare un fenomeno così deprecabile: prevenzione, protezione e punizione. Ma queste rimangono mere parole se si pensa al caso della giovane iraniana condannata all'impiccagione per essersi ribellata al suo stupratore.
Purtroppo il fenomeno non viene affrontato con la determinazione necessaria, ancora si prendono sottobanco le denunce presentate dalle donne, perciò l'invito a partecipare e ad adoperarsi per la sensibilizzazione non deve cadere nel vuoto.
Iniziative interessanti le prende anche Amnesty International che denuncia gli innumerevoli casi di stupro nei campi dove hanno trovato asilo i cittadini siriani costretti a fuggire dalla loro terra, la situazione drammatica dell'Egitto, dei campi profughi in Giordania.
Ovunque l'escalation di violenza va denunciata e contrastata con una campagna di sensibilizzazione serrata e determinata anche nel settore legale.
Per questo è giusto partecipare e unirsi per una lotta più efficace. Va precisato che sarebbe bene rivedere l'attuale legge che punisce simili reati e auspicare pene molto più severe, perché il danno che si procura a una vittima di una violenza molto spesso apre le porte all'insorgenza di malattie.