Tra la delusione di tanti cittadini italiani e il lutto proclamato a Casale Monferrato in seguito all'annullamento della condanna per il caso Eternit, vacillano le basi del meccanismo della prescrizione. Il premier Renzi ha dichiarato: "Non ci deve essere l'incubo della prescrizione". La Cassazione ha annullato la condanna del magnate Stefan Schmidheiny per disastro ambientale, dimenticandosi le tante vittime dell'amianto. Ma l'imprenditore svizzero ha ancora tre processi all'attivo: indagato per l'omicidio colposo di ben 213 persone, un processo per quanto accaduto dopo i primi decessi negli stabilimenti italiani e uno relativo all'amiantifera di Balangero, una delle più grandi miniere in Europa.

Il sindaco di Casale Monferrato ha dichiarato il lutto cittadino e ha dichiarato che sarà in piazza con i suoi cittadini per denunciare l'accaduto e chiedere a gran voce l'annullamento della prescrizione. Il pm Raffaele Guarigniello ha dichiarato che, nonostante la prescrizione, non sono cadute le accuse nei confronti dell'imprenditore. Il reato c'è, quindi l'accusa non si fermerà. Paolo Liedholm, responsabile dell'associazione dei familiari ha dichiarato: "Dire che tutto questo è prescritto, quando in realtà sappiamo che l'apice non è ancora arrivato, è una cosa paradossale [...] Ci fa fare una brutta figura con il mondo.".

Adesso resta da vedere cosa accadrà nei prossimi giorni, ma questa sentenza fa nascere numerose domande circa i meccanismi della prescrizione.

Si può dimenticare un reato solo perché è passato del tempo? Coloro che cercano giustizia devono semplicemente dimenticare? Per ora, non ci sarà giustizia per tutti coloro che hanno respirato le polveri di amianto prodotte dai quattro stabilimenti italiani. Si sa che la macchina della giustizia italiana è lenta, ma questi processi sono da considerare anche come esempi. L'indignazione di molti italiani trova sfogo nel web dove molti in queste ore si stanno dichiarando profondamente delusi dalla sentenza di uno dei processi più importanti del nostro Paese.