Papa Francesco come Wojtyla (sparato il 13 maggio 1981 dal turco Mehmet Ali Agca con due colpi di pistola): pagherà con un attentato la sua vicinanza alle persone e la sua popolarità? Le indiscrezioni che vorrebbero Bergoglio nel mirino facile di possibili attentati arrivano da più parti: l'autorevole quotidiano milanese, il Corriere della sera; un giornale che viene proprio dal suo Paese, Nacion, ma anche l'Intelligence lanciano l'allarme. Andiamo con ordine.
Il giornale di via Solferino riporta che a quanto pare i collaboratori del papa argentino talvolta scherzino con lui sulle minacce di morte.
"Santo Padre, ancora non l'hanno ammazzata oggi?", mentre nelle udienze, in tono più confidenziale, i suoi connazionali gli dicono: "Jorge, ti proteggono abbastanza?". Segnali da non sottovalutare, segni del fatto che il papa, con i propri discorsi e il proprio impegno nel sociale, si sta esponendo molto. Per non parlare del fatto che stia molto a contatto con le persone (i vari selfie in giro sono una testimonianza), dunque sia una facile preda dei malintenzionati. Sulla stessa scia il giornale argentino, che riporta una conversazione del papa con Juàn Carlos Molina, un prete argentino impegnato nella difficile lotta nel Paese sudamericano contro il traffico di droga. Quest'ultimo, amico di vecchia data di Bergoglio gli avrebbe detto: "Attento, ti possono ammazzare" e lui avrebbe risposto: "È la cosa migliore che mi potrebbe capitare.
E anche a te…".
Ma al di là delle ricostruzioni dei giornali, il dato più fondante è quello fornito dall'Intelligence, che ammette che questi potenziali rischi ci sono, proprio perché il Papa ha abbattuto la barriera tra il papa-re ed i suoi sudditi. Il che lo ha mitizzato dinanzi alle folle, con tutti i rischi che ciò comporterebbe.
Questa notizia fa il paio con quella che vorrebbe Francesco verso le dimissioni, spinto da più parti in seno al Vaticano. Speriamo che non si verifichi nessuna delle due ipotesi. Sarebbe un peccato perdere un papa come lui.