Il 23 dicembre un incendio doloso ha messo in ginocchio la stazione di Santa Viola di Bologna, nelle vicinanze del nodo che collega la storica linea per Milano, la Tav e la linea per Verona: sono stati danneggiati i cavi del sistema gestione-controllo del traffico all'interno di 4 pozzetti. Ora la linea Alta Velocità funziona per un solo binario ed è stata riattivata la linea Bologna-Verona. L'ipotesi principale è che si tratti del più recente di una serie di attentati contro la Tav, l'Alta Velocità e l'innovazione su cui punta l'Italia.
Le indagini e le piste da seguire - Chi pensa quindi ad un nuovo attacco terroristico come il ministro dei trasporti Lupi, chi preferisce come Renzi chiamarlo sabotaggio senza nominare ipotetici autori prima del tempo, ma aspettando l'esito delle indagini.
I No-Tav sono i primi a venire in mente in vicende come questa, i primi sospettati come autori responsabili di terrorismo intenzionati ad ostacolare la Tav. Ma sarà vero o il terrorismo stavolta non c'entra? Gli investigatori per ora seguono la pista dei gruppi No-Tav che, secondo loro, seguono un percorso ben preciso. Si pensa ai precedenti, alle 'coincidenze' di date nel corso degli anni piuttosto evidenti. Si pensa ad una strategia di 'sabotaggio', se vogliamo usare le parole di Renzi, del 19 maggio guarda caso a Bologna, alle vicende di Milano, Torino e Firenze. Su questi allacci si sta indagando, non sulla lista di piromani in Italia. Gli autori dell'incendio hanno usato stracci imbevuti di liquido infiammabile e sono state trovate tre scritte No Tav segnate con vernice fresca nei pressi della stazione di Santa Viola: sono intervenuti sul posto, oltre alla polizia ferroviaria e ai vigili del fuoco, anche la Digos e la polizia scientifica.
Con queste premesse, chi seguirebbe la pista dei piromani?
Sono state perquisite dalla Digos le abitazioni di 4 anarchici che hanno dato esito negativo, non è stato trovato nulla di sospetto. La Procura di Bologna e quella di Firenze stanno coordinando le indagini visto che in precedenza anche Firenze è stata coinvolta da un'esperienza simile.
Secondo le parole dei pm di Torino, siamo di fronte a 5 episodi in un mese che, secondo Lupi, non possono riguardare semplici atti di sabotaggio. Il 21 dicembre 2013 è successo nella galleria San Donato a Rovezzano, a Firenze: è stata danneggiata la linea Bologna-Firenze che non è ad alta velocità. E' successo anche per i treni ad alta velocità da e per Venezia e regionali sabotati attraverso l'incendio dei cavi ma non sono state trovate scritte No Tav.
Il 19 maggio è stata colpita la linea di alta velocità Bologna-Milano a Lavinio di Mezzo, tranciando cavi di rame e fibre ottiche e bruciando 2 pozzetti: in questo caso il segno No Tav era evidente. Coincidenza sinistra per la vicenda del recente incendio doloso di Bologna: porta la data del 23 dicembre 1984 la strage del Rapido 904, nella grande galleria dell'Appennino, che registrò 17 morti e 267 feriti. Fortunatamente, almeno lo scorso 23 dicembre non ci sono stati danni a persone. Il sindaco di Bologna spera che gli autori siano identificati e assicurati alla giustizia al più presto e c'è chi come Alan Fabbri consigliere della Lega Nord chiede l'ergastolo ai terroristi della Tav per dare un esempio durissimo agli anarchici.