Al 15 gennaio 2015 ci sono delle novità relativamente all'infanticidio di Loris Stival: ci sarebbe una persona e precisamente una donna che il giorno 29 novembre 2014 avrebbe notato il bambino (ma era davvero lui?) alle ore 8:30 circa. Il bimbo, poi trovato morto, camminava sulla Strada Statale, che conduce alla zona del Mulino. Insospettita dalla sua presenza in quella zona a quell'ora, la donna si è rivolta a lui per domandargli dove era diretto, facendo riferimento in modo specifico agli obblighi scolastici. A questa domanda, più che giustificata, Andrea Loris Stival avrebbe replicato di essere sul punto di recarsi a scuola a breve.

La donna a questo punto gli ha fatto notare l'orario, facendogli capire che si doveva affrettare per non rischiare il ritardo scolastico. Era insomma in ritardo. A questo punto Loris se ne sarebbe andato come affrettandosi a raggiungere qualcuno, che forse doveva accompagnarlo ad assolvere i suoi doveri scolastici.

Comportamenti superficiali?

Secondo voi tale ricostruzione è verosimile? Non pensate che questa persona avrebbe dovuto impegnarsi molto di più per cercare di capire se questo bambino così piccolo era al sicuro su quella strada? Ora è chiaro che dobbiamo chiederci come ci saremmo comportati noi in una situazione del genere. A mio parere nessuna persona con un minimo di buon senso sottovaluta la presenza di un bimbo di 8 anni solo in una strada in orario scolastico: in tutto questo c'è davvero qualcosa che non quadra. A questo punto la supertestimone avrebbe guardato l'orologio, notando che erano le 8:40. Non è un mero dettaglio.

Vi rammentiamo che, secondo, le ricostruzioni Loris sarebbe stato ucciso tra le 8:48 e le 9:22 del 29 novembre 2014.

L'importanza di questa nuova testimonianza è del tutto evidente poiché potrebbe cambiare radicalmente la ricostruzione di che cosa accadde quella mattina. Al momento la principale sospettata rimane Veronica Panarello, la madre di Loris. La donna si trova ristretta nel carcere di Agrigento dove è stata visitata da suo padre.

Alcuni familiari, dopo l'iniziale diffidenza, stanno cercando di aiutarla, in quanto la donna continua a dichiararsi non responsabile della morte del suo primogenito. La comunità di Santa Croce Camerina segue da vicino gli sviluppi delle indagini.