La Prima Sezione Penale del Tribunale di Brescia ha emesso sentenza di condanna per tre dei quattro imputati nel processo per i maltrattamenti degli animali dell'allevamento Green Hill di Montichiari, chiuso nell'estate del 2012. Il processo fa seguito alle inchieste della procura di Brescia, sollecitate dagli esposti delle associazioni animaliste.

Green Hill: il processo

La Green Hill 2001, della Marshall Bioresources e della Marshall Farms Group, si occupava dell'allevamento di cani di razza Beagle destinati alla sperimentazione scientifica.

Secondo l'accusa, i cani che si ammalavano di rogna demodettica o parvovirosi durante la sperimentazione, non venivano curati in quanto le cure avrebbero "alterato i parametri della sperimentazione". Nel periodo tra il 2008 e il 2012, quando Green Hill è stata posta sotto sequestro, si calcola che siano stati lasciati morire o soppressi oltre 6.000 animali.

Con la sentenza odierna i giudici hanno riconosciuto la fondatezza delle accuse, condannando Ghislane Rondot, co-gestore dell'allevamento e Renzo Graziosi, il veterinario, a un anno e sei mesi di reclusione per maltrattamento e uccisione di animali. Un anno di condanna anche per il direttore della struttura, Roberto Bravi, mentre è stato assolto il secondo co-gestore Bernard Gotti per non aver commesso il fatto.

Alle condanne è stato aggiunto il divieto, per i condannati, di allevare cani per due anni e un risarcimanto di 30 mila euro per la Lav (Lega anti vivisezione) che era stata ammessa come parte civile. Condanne leggermente ridotte rispetto alle richieste del pm che, nel corso dell'ultima requisitoria, ha tenuto a specificare che non si è trattato di un processo alla sperimentazione farmacologica, ma alla strategia aziendale della Marshall, alla quale non interessava la salute degli animali ma solo se, non potendo curarli per non alterare gli esperimenti, sarebbero stati vendibili o meno.

Green Hill: le proteste e il bliz animalista

L'allevamento Green Hill era stato al centro delle proteste di numerose associazioni animaliste fin dal 2010, con manifestazioni organizzate con la partecipazione di migliaia di manifestanti. La più clamorosa nel 2012 quando, pochi mesi prima del sequestro della struttura, decine di attivisti riuscirono ad introdursi nell'allevamento liberando un centinaio di cuccioli destinati alla sperimentazione.

Un blitz che costò l'arresto a 12 persone, ma che portò definitivamente alla ribalta la realtà di Green Hill e di altre strutture simili, tanto da stimolare l'approvazione di una legge che ha messo fuorilegge l'allevamento di animali ai fini della sperimentazione scientifica. Sulla base delle risultanze emerse nel processo, la Lav ha annunciato che chiederà l'imputazione dei veterinari dell'Asl di Lonato, dell'Istituto Zooprofilattico di Brescia oltre che dei funzionari della Regione Lombardia e del Ministero della Salute, che di fronte alle denunce degli animalisti avevano continuato a sostenere che "tutto era regolare nell'allevamento".