Riguardo il caso di Elena Ceste, si è sempre detto che c'erano dei vestiti che il marito Michele Buoninconti ha sempre dichiarato essere stati presi dalla moglie e con cui era scappata nuda. C'erano inoltre un paio di mutandine, un solo paio di mutandine ove era attaccato un assorbente. Si è però scoperto di recente esserci un altro paio di slip che sono stati visti da alcuni testimoni, tra i quali anche i genitori di Elena. Sono di colore bianco e sono stati trovati proprio sul sedile della macchina di Michele. Come è dunque possibile? Se Elena se ne è andata e si è tolta i vestiti, non poteva avere due paia di slip, allora che cosa è successo?
Elena Ceste: salta fuori un altro paio di slip
"Non l'ho uccisa io mia moglie Elena, perciò non merito di stare in carcere. Voglio tornare a casa", è questo il messaggio che Michele Buoninconti ha probabilmente cercato di trasmettere con la sua presenza in aula e con l'aiuto della sua avvocatessa Chiara Girola ai due giudici del tribunale del riesame, che il sedici Gennaio scorso si sono riuniti nel tribunale di Torino. In tale giorno si è discusso circa la revoca dello stato di arresto dal legale di Michele Buoninconti, indagato per l'uccisione di sua moglie Elena Ceste, e per l'occultamento del cadavere nel fosso del Rio Mersa. Dopo l'udienza durata tre ore, i giudici si sono presi qualche giorno di tempo per la decisione definitiva, mentre Michele è stato ricondotto nel carcere di Asti.
Non è possibile sapere cosa sia stato detto in aula, così come si ignora se Michele ha parlato in sua difesa, in quanto l'udienza si è svolta a porte chiuse. Non si sa nemmeno quali argomenti la Girola abbia presentato ai magistrati per ottenere la revoca dell'arresto. Sicuramente, l'avvocatessa non si è certo soffermata nel declamare le staordinarie abilità di Michele nel confezionare torte e cannoli, si pensa che questa volta l'avvocatessa Girola si sia impegnata minuziosamente nel rimuovere i vari impianti di accusa contro il suo cliente.
Tuttavia ciò non è servito a nulla, in quanto il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione per Michele. Ad ogni modo i magistrati hanno escluso una vera e propria premeditazione nell'omicidio che hanno invece definito "d'impeto". Le motivazioni saranno depositate entro cinque giorni, intanto l'avvocato Alberto Masoero, che collabora con Girola, ha rilasciato tali dichiarazioni all'Ansa: "Attendiamo di conoscere i motivi del rifiuto, ma già che i giudici abbiano escluso l'omicidio premeditato, ciò alleggerisce notevolmente la posizione del nostro assistito".