Sabato scorso sono stati celebrati i funerali di Elena Ceste, la mamma di Costigliole d'Asti strappata troppo presto dall'affetto dei suoi quattro figli lo scorso 24 gennaio 2014. Dopo mesi e mesi di indagini, gli inquirenti sono giunti ad una terribile conclusione, affermando che l'uomo che ha ucciso Elena Ceste in quella fredda mattinata di gennaio è stato proprio il marito Michele Buoninconti, che in questi mesi ha sempre respinto qualsiasi tipo di accusa, proponendo ai giornalisti diverse versioni dei fatti circa la sparizione nel nulla della donna.
Michele Buoninconti in queste ore si trova in galera: il Gip ha respinto le due istanze di scarcerazione che sono state presentate dai legali dell'uomo, convinti dell'innocenza del loro assistito. Michele non ha potuto prendere parte neppure al funerale di Elena a Govone, dove erano presenti i quattro figli e tutti i familiari della donna: nel corso dell'omelia è stata letta anche una toccante lettera scritta dai figli di Elena, indirizzata direttamente alla madre.
Elena Ceste: ecco la verità di Michele
Al centro delle news di oggi 10 febbraio sul caso di Elena Ceste, però, vi è la tanto chiacchierata lettera di Michele Buoninconti, di cui è stato fornito il contenuto nel corso della diretta tv di ieri di Pomeriggio 5, il programma condotto da Barbara D'Urso su Canale 5 che da sempre si è occupato della vicenda di Elena Ceste.
Si tratta di una lunga lettera che Michele avrebbe scritto nel mesi immediatamente successivi alla scomparsa di sua moglie, in cui si rivolge direttamente a lei e spiega i motivi secondo il quale, Elena si sarebbe tolta la vita. Sì, perchè, nella lettera Michele afferma che secondo lui Elena si sarebbe suicidata e punta il dito contro i familiari di sua moglie, in particolare contro la sorella di Elena, Daniela, perchè non è stata in grado di capire in tempo il disagio psicologico della donna, che secondo Michele stava attraversando un momento di grande crisi interiore. Michele, quindi, respinge ogni tipo di accusa e continua a proclamare la sua innocenza, ma ormai gli inquirenti non credono più alla "sua versione dei fatti".