Le indagini sul caso di Elena Ceste si arricchiscono giorno dopo giorno di nuovi elementi e di nuove piste da seguire. Il marito della trentasettenne di Costigliole d'Asti, ritrovata senza vita in un canale di scolo nei pressi della sua abitazione, si trova in carcere da quasi un mese e mezzo e, secondo gli inquirenti, ci sarebbero tutti i presupposti per ritenere che Michele Buoninconti sia responsabile della morte della moglie. Se da una parte, però, gli indizi a carico del quarantaquattrenne vigile del fuoco sembrano piuttosto evidenti, dall'altra c'è chi sostiene ancora che Elena Ceste non sia stata uccisa ma che si sia, invece, suicidata.

A sostenere questa tesi è Ursula Franco, il medico chirurgo consulente dei legali che si occupano della difesa di Michele Buoninconti: nel corso di un'intervista rilasciata a il 'Tempo', viene spiegato come mai l'ipotesi dell'omicidio sia inverosimile.

Omicidio o suicidio? La difesa è convinta che Elena Ceste si sia uccisa

Innanzitutto il medico giustifica la teoria che si tratti di un suicidio sulla base del fatto che il corpo sia stato ritrovato in un luogo vicinissimo alla casa di Elena Ceste: se fosse stato Michele, perchè avrebbe nascosto il corpo della moglie ingenuamente in un posto così vicino a casa sua? 

L'accusa, però, sostiene che il racconto del vigile del fuoco, fatto ai carabinieri, presenta diversa lacune e contraddizioni e ci sono degli elementi (come il cancello, i vestiti e gli occhiali di Elena Ceste) che fanno pensare che l'uomo abbia mentito.

Secondo la difesa, il Buoninconti si è trovato sotto pressione mediatica per diversi mesi e la disperazione per aver perso la moglie, unita al forte timore che i servizi sociali gli potessero sottrarre i figli, potrebbe aver spinto Michele a raccontare dei particolari che poi non corrispondono alla realtà dei fatti. 

Elena Ceste suicida: è questa la verità?

Sempre secondo la difesa, Elena Ceste, quella mattina del 24 gennaio 2014 era vittima di una grave crisi psicotica iniziata nel corso del pomeriggio del giorno precedente; la donna aveva allucinazioni uditive e soffriva di un delirio persecutorio.

Come conseguenza diretta di questa grave crisi psichica, Elena Ceste si è denudata: secondo il medico, infatti, questa psicosi suggerisce alla 'vittima' di spogliarsi dei propri vestiti. La donna, così, per fuggire dai suoi ipotetici ‘persecutori’ si nascose, nuda, in quel luogo, dove probabilmente si è assopita, trovando la morte per assideramento. 

Questa, dunque, la teoria della difesa che smentisce categoricamente la ricostruzione del caso fatta dagli inquirenti, secondo i quali, Elena Ceste sarebbe stata uccisa da Michele Buoninconti in preda ad un raptus di gelosia. Quale sarà la verità? Cosa successe realmente quel 24 gennaio?