Giuseppe Amato, il procuratore capo di Trento, soddisfatto dell'operazione riuscita ha dichiarato: " E' stata determinante la diffusione della foto dell'assassino in questione e della sua auto, il senso civico della cittadina ha in seguito fatto il resto". La signora, spettatrice del noto programma Rai Chi l'ha visto (che si era occupato del caso) aveva fortunatamente riconosciuto l'auto Dacia Duster appartenente a Marco Quarta, quarant'anni, di professione agente immobiliare. L'uomo aveva ucciso a Pergine, in data dodici Marzo, la povera consorte Carmela Morlino, dalla quale si era separato.

La signora ha subito chiamato le forze dell'ordine che hanno fermato l'uxoricida nei presso di un centro commerciale; l'uomo quando è stato arrestato, stava salendo in macchina. Quarta ora dovrà rispondere di gravi accuse quali l'omicidio premeditato e la crudeltà del delitto, aggravati peraltro dal vincolo coniugale.

Un'esecuzione spietata e l'amore di una mamma

L'essere crudele non si era fermato neanche dinanzi alla vista dei figli: la moglie voleva rifarsi un'altra vita senza di lui, ma quest'ultimo non ha accettato ciò e l'ha uccisa. E' un omone Marco Quarta, dalla corporatura alta e robusta; negli ultimi giorni ha vissuto da fuggitivo. Matteo Morlino, il papà della donna uccisa, si è offerto (prima dell'arresto dell'ex genero) di partecipare ad un'intervista da parte di un'inviata di Chi l'ha visto, per spiegare cosa sia realmente successo in quell'infausto giorno dell'uccisione di Carmela.

"Quella sera - ha dichiarato Matteo - mia figlia era stata a cena da noi, perchè aveva avuto una giornata durissima a causa del lavoro e ci aveva pregato di preparare la cena, e quindi come aveva finito di cenare con i figli, si era ritirata a casa sua".

A questo punto la giornalista ha chiesto al signor Morlino che ora fosse, ecco la risposta: "Credo fossero le venti e trenta, a quell'ora aveva trovato ovviamente in agguato qualcuno, infatti mia figlia viveva sempre nella paura. In verità una paura, più che per lei, per i propri figli, quindi lei li ha messi in salvo, nel senso che quando ha visto questa persona, che aveva intenzione di aggredirla perchè era armata, ha pregato i suoi figli di bussare alla porta della vicina e di chiedere aiuto.

La priorità era stata dunque riservata ai miei nipoti, che hanno ascoltato la madre, hanno bussato alla porta della vicina, quest'ultima ha aperto la porta ed ha fatto entrare immediatamente i bambini mettendoli al sicuro. Probabilmente avrebbero fatto la stessa fine di Carmela se non avessero fatto così, pare che poco prima di morire, soccorsa dalla vicina, avesse capito che i bambini erano al sicuro e che la sua missione era stata portata felicemente a termine. Mia figlia, la paura più grande, l'aveva per loro".