Oraricorderemo tristemente la data del 18 marzo 2015 per l'attentatoal Museo di Bardo diTunisi, allungando lastriscia di sangue iniziata l'11 settembre 2001 con l'attacco alleTwin Towers. L'Isisinfatti ha compiuto ieri un grave attentato terroristicoa Tunisi in un museo vicino al centro della capitale. A darnel'annuncio, come riferisce una Reuters,è il premier della Tunisia Habib Essid.Nell'attentato sono morte 22 persone tra cui due italiani e dueterroristi. L'ultimo aggiornamento ricevuto sul numero totale deimorti e sulla situazione a questo momento ci segnala che il sindacoFassino è in strettocontatto con la Farnesina.

Nel frattempo, il premier italiano Matteo Renziaffida ad una nota il suo commento di condanna del grave atto diterrorismo, esprimendo il suo cordoglio per i gravi lutti che hannocolpito il popolo nordafricano e quello italiano.

La liberazione degli ostaggi

E'stato un blitz delle truppe di sicurezza tunisine a porre fine allasituazione che vedeva in ostaggio i turisti nelle mani deiterroristi. La loro nazionalità è europea con provenienza daPolonia, Spagna, Germania e Italia. Lo riferisce un lancio dell'Agi(Agenzia Giornalistica Italiana) nel quale si riporta anche quantoriferito da tv Al-Hayath in cui si dice che la matricedell'attentato è da attribuirsi agli jiadhisti dell'Isis.Nell'azione delle teste di cuoio nordafricane per liberare gliostaggi si sono avuti 22 morti in totale.

La comitiva italiana

SuRepubblica troviamo ulterioridettagli circa la composizione della comitiva italiana. Deiquattro connazionali presi in ostaggio dai terroristi due sono statiliberati, ma per altri due la sorte è stata diversa essendo mortidurante l'azione delle forze dell'ordine con i terroristi cherispondevano al fuoco.

Erano giunti sul posto con una comitiva di 80persone composta da 34 dipendenti del comune di Torino e 46familiari, tutti torinesi, che si erano imbarcati su una nave delGruppo Costa., la Costa Fascinosa. La comunità torinese,sindaco Fassino in testa, sta vivendo queste ore in unadrammatica angoscia per la sorte dei loro concittadini.