Su internet è stato diffuso un opuscolo di 64 pagine con intento apologetico verso lo Stato islamico per correggere le distorsioni della narrazione occidentale. L'autore sarebbe un ventenne di origine marocchina fermato oggi ed ha un'ottima padronanza dell'italiano. Descrive il funzionamento del califfato con tanto di chiosa con i versetti della Sunna. Si propone di far rivalere stavolta "l'accusato" dato che viene presa in considerazione solo la versione dell'"accusatore". Il tutto è corredato da interviste e immagini di testimonianza. Ecco una sintesi.

Le istituzioni o tribunali

A fondamento dello Stato islamico nato nel 2006 sotto la guida dell'emiro Abu Umar Al Baghdadi espandendosi dal deserto di Anbar in Iraq, ci sono le Istituzioni gestite dai sapienti (du'aat). I sapienti si occupano di controllare la salute morale della popolazione che previene dunque a qualsiasi organizzazione politica. Viene punita ogni deviazione dalla Shari'a e pure i Mujahidin sono sentenziabili e anche loro passeranno per la gogna pubblica.

Il funzionamento dello Stato

Il califfato ha un organo di polizia (Hisba) che "ordina il bene e punisce il male". Il primo obiettivo è distruggere gli idoli perché il Sacro Corano ha espresso che non devono esserci idoli oltre Allah. Altro bersaglio è la magia. Lo Stato islamico si autofinanzia e non ricava profitto dal commercio di merce intossicante come le sigarette, come vuole sottolineare il comunicatore. Una fonte di sostegno sono le raffinerie di petrolio e i 500 milioni di dollari ricevuti dalla banca centrale dopo l'assalto di Mosul. Si preoccupa del benessere dei suoi cittadini garantendo loro assistenza, perché c'è una classe votata al sacrificio eroico e c'è poi quella che deve garantire la prosecuzione della città. Non c'è una vera e propria tassazione ma vengono più comunemente riscossi tributi in natura (Zaqat). Lo stato vigila anche sulla produzione di pane e farina per una perequazione di tali beni. Non esistono vere e proprie banche e sono state reintrodotte le monete (Dinar).

Organizzazione sociale

La base della società resta la religione che è pertanto la spina dorsale dell'educazione. Uguale educazione deve essere impartita a giovani, uomini e donne (come si conviene a uno stato che ha una vocazione totalitaria). Le donne, si dice, sono tenute in alta considerazione, "sono i gioielli della società" ed è stata proprio pensata una campagna pubblicitaria del califfato che tocca soprattutto la sensibilità femminile, a partire dai cartelloni rosa piuttosto che neri. Immancabile il richiamo ai proseliti e dunque l'invito al Jihad perché "il Corano guida e la spada supporta". Già in capo al testo era stato posto un novero di siti di riferimento e tutto il testo è percorso da un afflato apostolico.