Basta accendere la televisione oppure comperare un giornale ed ecco la cronaca in prima pagina, con notizie allarmanti e veramente forti come scomparse di persone, bambini uccisi dalle proprie madri, guerre in molti paesi del mondo e molto altro ancora. Oggi abbiamo pensato di riportare le ultime perizie riguardanti il caso di Yara Gambirasio e verificare che cosa è effettivamente emerso dalle telecamere di videosorveglianza e dalle intercettazioni ambientali che a quanto pare incastrerebbero nuovamente Massimo Giuseppe Bossetti.

Yara Gambirasio, che cosa rivelano le nuove perizie?

Le nuove perizie effettuate dai Labanof dell'Università degli Studi di Milano, hanno confermato che Yara Gambirasio sarebbe stata assassinata con un'arma bianca nel luogo esatto dove è stato reperito il suo corpo senza vita. Questa tesi è in netto contrasto con gli avvocati di Massimo Giuseppe Bossetti, secondo i quali la piccola Yara sarebbe stata ammazzata altrove e successivamente spostata nella campagna di Chignolo. Per quanto concerne gli abiti, le analisi condotte stabiliscono che la bambina indossava i vestiti nel momento in cui veniva aggredita ed è probabile che gli indumenti siano stati spostati durante gli atti infamanti. L'autopsia eseguita sul corpo della piccola Yara, ha accertato ben otto lacerazioni da taglio, al dorso, al torace, al collo, ai polsi e alla gamba destra, ha inoltre evidenziato ecchimosi alla testa e allo zigomo, ma non si sono riscontrate lesioni da difesa.

Si è così giunti alla conclusione che la Gambirasio abbia cessato di vivere dopo molte ore, precisamente fra le ore: 19:00 e le ore: 24:00 del giorno 26 novembre 2010.

Le telecamere di videosorveglianza e le intercettazioni ambientali incastrano nuovamente Massimo Bossetti

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il furgone di Massimo Bossetti è stato ripreso parecchie volte dalle telecamere di sorveglianza, nei pressi della palestra proprio pochi minuti prima della scomparsa di Yara Gambirasio.

Ma scopriamo che cosa affiora in alcune intercettazioni ambientali depositate agli atti, che la Procura della città di Bergamo ha da poco chiuso, in considerazione all'istanza di processo che vede Bossetti come unico incriminato di omicidio volontario, con la pesante accusa di aver sottoposto la vittima a violenze di vario genere.

Grazie a delle intercettazioni che risalgono al mese di luglio 2014, nel corso di un colloquio in carcere tra lo stesso Massimo e i suoi parenti, si sente Bossetti che replica numerose volte è il DNA che mi freg" e continua confermando alla madre 'la scienza non sbaglia'. Mentre altre cimici collocate dai detective registrano l'angoscia e il nervosismo di Massimo Giuseppe Bossetti quando la moglie Marita Comi, lo mette al corrente del fatto che taglierini e coltelli, sono stati requisiti dalla loro abitazione. A questo punto Massimo invita la moglie a gettare via ogni tipo di coltello, che sia piccolo o di grandi dimensioni. Se desiderate rimanere aggiornati cliccate il tasto Segui in alto a destra.