Claudio Giardiello, l'uomo che ieri dopo la convocazione a Palazzo di Giustizia di Milano si è introdotto appunto nell'aula del tribunale dove si svolgeva l'udienza a suo carico per bancarotta fraudolenta ed ha compiuto una strage, nel corso dei primi interrogatori ha dichiarato ai carabinieri che "avrebbe ucciso ancora" e che poi "si sarebbe suicidato". Queste erano le sue intenzioni. Ha anche dichiarato agli uomini dell'Arma che "hanno fatto bene ad arrestarlo e che avrebbero dovuto fermarlo prima perchè avrebbe continuato ad uccidere". Claudio Giardello, 57 anni ed imprenditore edile, è l'uomo che ieri è riuscito ad introdursi con una pistola 7.65 in Tribunale entrando dall'unica porta priva di metal detector e con ben 2 caricatori e ad uccidere tre persone: l'avvocato Lorenzo Claris Appiani che aveva appena rimesso il so mandato di difensore dello stesso Giardiello e che è stato il primo a cadere sotto i suoi colpi, il suo coimputato Giorgio Erba ed il giudice della seconda sezione fallimentare Fernando Ciampi.

L'uomo ha anche ferito Davide Limongelli che oltre che suo coimputato era anche suo nipote ed un'altra persona. Si ignora ancora se dato che Giardiello ha sparato all'impazzata possa aver ferito qualche altra persona di cui non si è avuta notizia.

Il tribunale mi ha rovinato, l'ossessione che dominava la sua mente che lo ha spinto ad uccidere

Claudio Giatrdiello, in base a quanto emerso dai primi interrogatori dei carabinieri e da questi reso pubblico in una conferenza stampa, si è convinto che il tribunale sia all'origine "di tutti i suoi mali" e che lo abbia "rovinato". Già ieri l'uomo dopo l'arresto aveva dichiarato che era convinto di essere stato truffato anche dai suoi coimputati.

Giardiello era imputato per bancarotta fraudolenta a causa del fallimento dell'immobiliare Magenta di cui deteneva la quota azionaria maggioritaria, fallimento dichiarato nel 2008. Stasera tramite il "Tg5", è appreso che l'uomo era solito aprire e chiudere numerose imprese.

Partendo dalla convinzione di essere stato truffato e che il tribunale fosse la causa di tutti i suoi mali, l'uomo ha attentamente pianificato la sua aggressione, che ha confermato ai carabinieri, è stata motivata dal desiderio di vendetta.

Le accuse conto di lui sono di omicidio plurimo con l'aggravante cella premeditazione e quella di tentato omicidio. E' incerta la premeditazione relativamente all'avvocato Paolo Brizzi- che non aveva mai assistito né accusato l'imputato né avuto a che fare con lui in altro modo - e quello del commercialista Stefano Verna, Qualora venisse invece accertata la premeditazione anche riguardo a questi ultimi due, l'imputazione potrebbe essere modificata in quella ancora più grave di "strage". C. Giardiello si trova nel carcere di San Quirico di Monza, dove sabato mattina a partire dalle 9.30 avrà luogo l'interrogatorio di garanzia condotto del gip Patrizia Gallucci.