Mamma e zia erano decedute da anni ma, un cittadino crotonese, aveva trovato il modo per continuare a riscuotere le relative Pensioni, indisturbato, fino all'arrivo della Tributaria della Guardia di Finanza di Crotone. L'uomo, da quanto è emerso dalle indagini, non avrebbe segnalato all'INPS il decesso della zia, avvenuto nel 2002, e quello della madre, avvenuto nel 2004, continuando ad incassare indebitamente le relative pensioni per un totale di 132 mila euro.

Le pensioni venivano regolarmente accreditate con cadenza mensile su un conto corrente intestato alle defunte sul quale l'uomo possedeva delega.

Dagli accertamenti bancari è risultato che, puntualmente a distanza di pochi giorni dal versamento delle competenze, le somme venivano prelevate tramite bancomat o personalmente allo sportello.

La tessera bancomat rinnovata alla defunta

Fin qui la notizia sembra simile a tante altre che, in questi anni di crisi economica, hanno purtroppo riempito le pagine dei giornali nazionali ed esteri: sono così tristemente comuni le frodi del genere, con tanto di cari defunti tenuti nei congelatori del sottoscala o delle cantine, che l'Inps ha inasprito recentemente le sanzioni per omessa segnalazione.

A Crotone però il fatto ha un'aggravante variante: i famigliari deceduti erano al loro posto nel cimitero ma, paradossalmente, ad otto anni dalla sua scomparsa, la madre della persona coinvolta nell'indagine risulta aver ritirato personalmente la tessera bancomat.

Questa ricostruzione presuppone una leggerezza nella consegna della tessera a terzi oppure qualcosa di più complesso.

Sotto accusa anche il bancario

Per questo motivo i militari hanno provveduto a segnalare alla Procura della Repubblica, oltre all'artefice della truffa, anche l'impiegato che ha rilasciato la carta, il quale dovrà rispondere di concorso in reato.

Nessuna responsabilità è stata accertata nei confronti dell'istituto di credito. I militari, nello stesso procedimento, hanno avanzato la richiesta di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente fino alla corrispondenza dell'importo illecitamente incassato dall'uomo. Le indagini erano state avviate dalla locale Procura della Repubblica in collaborazione con l'INPS.