La missione sarà guidata dall'Italia, il suo nome è Eu Navfor Med.
La reale entità del potere militare conferito all'Italia per la missione Eunavfor Med sarà definita e ufficializzata tra il 25 e il 26 giugno con il vertice dei capi di Stato e di governo Ue.
La Eu Navfor Med è una missione esclusivamente navale.Federica Mogherini, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel Governo Renzi, ci ha tenuto a sottolineare il fatto che non ci sarà nessuna operazione militare in terra di Libia.I militari Italiani non dovranno andare in Libia e, in caso di necessità, potranno attaccare i barconi solo a partire dal via libera dell'Onu (possibile già a giugno per la Mogherini).
Le tre fasi della missione
La Eunavfor Med inizierà con il posizionamento di navi e aerei da ricognizione europei al largo delle coste libiche (ricerca e messa in salvo di migranti). La seconda e la terza fase di Eu Navfor Med scatteranno solo a seguito di una successiva valutazione e riguardano soprattutto le operazioni in acque internazionali e la raccolta informazioni, la cattura e il sequestro delle imbarcazioni dei trafficanti.
Roma quartier generale
Repubblica riporta anche quello che sarà l'effettivo budget in mano all'ammiraglio, più o meno 14 milioni di euro.
Il Giornale spacca il capello in quattro: 11,82 milioni a copertura dei due mesi iniziali (sotto un primo mandato della durata di 12 mesi).
La missione sarà finanziata da tutti i Paesi dell'Unione dell'Ue tranne la Danimarca a causa di un "opt-out".
Uno scarica barile da disambiguare
Lo "scarica barile" dell'Unione Europea nei confronti dell'Italia non riguarda il fatto che la missione sarà guidata dall'Italia.
La questione a proposito della quale l'Italia è stata abbandonata riguarda la proposta delle quote obbligatorie di smistaggio degli immigrati che si trovano già sul territorio dell'Ue (attualmente già dieci nazioni dell'Unione sono contrarie).
Quote obbligatorie a parte, la collaborazione politica e militare dei principali Stati membri dell'Unione europea c'è. L'attesa e le varie tappe, certamente snervanti in una situazione generale di diffusa emergenza, trovano le prime giustificazioni nelle parole del ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen a proposito della necessità di rispondere prima a complessi problemi giuridici.
Anche il ministro della Difesa britannico Michael Fallon è fermamente intenzionato a trovare un accordo per distruggere il sistema criminale e i criminali.
Michael Fallon giustifica così lo slittare della messa in pratica effettiva della missione, con il bisogno di un maggiore lavoro dell'intelligence e di una quantità maggiore di informazioni per comprendere innanzitutto quale sia la reale struttura del sistema criminale e, contemporaneamente, preparare un piano di aiuto nei confronti dei paesi da cui provengono i gruppi di migranti.