Il clima da Guerra fredda che sembra essere ripiombato sui palazzi del potere dei Paesi occidentali e orientali non è solo fomentato dalla rigenerata contrapposizione tra Stati Uniti e Russia, bensì anche dallo spionaggio informatico che per anni è stato perpetuato da Usa e Gran Bretagna mediante l'agenzia di spionaggio NSA. La quale ha spiato le comunicazioni dei Paesi facenti parte del G7, ma anche i contatti telefonici privati e le mail dei cittadini americani, nonché - e questa è notizia di oggi - anche gli ultimi tre Presidenti della Francia: Chirac, Sarkozy e Hollande. Quest'ultimo ha immediatamente convocato l'ambasciatore americano in terra francese.

Ma, probabilmente, ad essere spiati siamo stati anche noi cittadini italiani, mediante gli antivirus che utilizziamo sui personal computer. Oggi sono infatti spuntati dei documenti che proverebbero come la branca informatica dei servizi segreti britannici - la GCHQ, acronimo di Government Communication HeadQuarter - avrebbe chiesto, in passato, una autorizzazione continuativa a esaminare prodotti di sicurezza e antivirus, al fine di cercarne possibili vulnerabilità e bug. Ben ventitré aziende produttrici di antivirus sarebbero pertanto nel suo mirino, alcune anche italiane, o comunque molto diffuse. Vediamo quali.

Nel mirino soprattutto la russa Kaspersky, ma anche Avast

Come riporta il portale specializzato in notizie riguardanti l'informatica, Tom's Hardware, dai documenti trapela come l'avversione principale si consumi nei confronti della russa Kaspersky, che è di gran lunga l'azienda più citata.

Forse proprio perché proveniente dall'ex impero sovietico e non a caso sotto attacco hacker lo scorso anno. Comunque non c'è solo lei. In uno dei documenti, si parla di ben ventitre aziende, tra le quali annoveriamo le italiane Novirusthanks e Tg Soft (produttrice di Viritpro). Ma tra loro c'è anche la diffusissima Avast (di nazionalità ceca), la romena Bit-Defender , la finlandese F-secure, la polacca Arcabit, la cinese Antiye e altre ancora.

Sorprende che ce ne siano anche alcune israeliane, Paese come noto molto vicino ad americani e britannici. Non sorprende, invece, come nella lista manchino proprio aziende americane e inglesi, sebbene molto diffuse, quali Symantec, Sophos, FireEye e simili.

Il fatto di usare una di queste marche di antivirus non fa stare proprio tranquilli.

Anche perché ad essere attaccata non è l'azienda in sé, ma l'antivirus che produce. Con gli hacker autorizzati dai governi americani e inglesi autorizzati a trovarne delle falle e ad entrare nei nostri sistemi informatici. 'Privacy' ormai sta diventando sempre più solamente un suggestivo termine inglese.