Agghiacciante racconto quello fatto da Carlos Julio Torres davanti ai pm durante il primo interrogatorio . Il giovane transessuale ecuadoriano, nella notte di sabato, ha brutalmente ucciso l'ex infermiera di 52 anni Antonietta Gisonna, staccandole di netto la testa e scaraventandola dalla finestra nel cortile dello stabile degli orrori: 'dopo aver trascorso due notti a drogarci, improvvisamente abbiamo iniziato a litigare, allora io l'ho uccisa, e dopo avergli mozzato la testa l'ho lanciata dalla finestra'. Queste le parole usate dal giovane, che con lo sguardo nel vuoto ha cercato di ricostruire quanto avvenuto quella notte.

Solo alcuni giorni fa destò molto scalpore la vicenda in cui una bimba di otto anni vide uccidere la madre dal compagno, che subito dopo si tolse la vita.

L'interrogatorio davanti ai giudici

L'interrogatorio è avvenuto nel carcere milanese di San Vittore, alla presenza del sostituto procuratore Elio Remondini, e assistito dall'avvocato di fiducia Luca Garlisi. Davanti al pubblico ministero che lo interroga, l'indagato ha lo sguardo spento e fisso nel vuoto, con i ricordi che si susseguono al rallentatore. Il giudice vuole riuscire a capire il motivo per il quale un litigio sia diventato un terribile omicidio con vilipendio di cadavere, poiché anche in seguito alla morte, il giovane ha continuato a infierire sul corpo della malcapitata, come raccontato da alcuni testimoni e dagli stessi militari dell'arma giunti sul luogo.

Il racconto sui fatti accaduti quella notte è composto di una serie di parole pronunciate alla rinfusa, senza una precisa logica e con molti punti incompleti, segno che l'irrazionalità che quella notte gli ha pervaso il cervello è ancora presente nella sua testa. Il giovane transessuale afferma di non sapere fornire una giustificazione al suo gesto, di cosa l'ha portato a uccidere e decapitare la persona che fino a pochi minuti prima era tranquillamente in sua compagnia.

La personalità della vittima e del carnefice

Attraverso l'interrogatorio, il giudice cerca di avere un quadro preciso delle due personalità. Il giovane omicida si trova in Italia dal 2010 ed è in possesso di regolare permesso di soggiorno. Antonietta Gisonna invece è vedova, con due figlie e due piccoli nipoti. Per cercare di dare un movente al terribile fatto di sangue, l'unico elemento certo in mano agli investigatori è la droga che i due hanno consumato in grandi quantità, anche se solo con le analisi tossicologiche, tuttora in corso si potrà avere un quadro più chiaro della situazione.

Di sicuro, le esistenze dei due erano tenute insieme proprio dalla droga e dalla prostituzione. Carlos era ospite di Antonietta da due giorni, e ai suoi vicini lo aveva presentato come suo cugino. Martedì prossimo sarà interrogato nuovamente dal gip Anna Magelli, in occasione dell'udienza di convalida dell'arresto, come richiesto dal pubblico ministero Ramondini.

L'orribile scoperta dei carabinieri

Avvertiti da un testimone che vive di fronte allo stabile, alle due di notte i carabinieri hanno fatto irruzione nell'appartamento messo a soqquadro dalla furia omicida dell'assassino, trovando nel corridoio, immerso in una pozza di sangue, il corpo esamine della povera vittima, con una lama ancora infilata nello stomaco.

La testa invece è stata rinvenuta in cortile, mentre il trans, con le mani ancora grondanti di sangue, si trovava ancora vicino al corpo, intento a continuare lo scempio. Difficilmente gli inquirenti riusciranno a entrare nella testa del giovane assassino, che ancora, probabilmente, non si rende conto dell'atrocità commessa.