Sopravvivere al proprio figlio è per ogni genitore una situazione quasi inaccettabile dal punto di vista psicologico, perché totalmente inattesa: è quel che è successo nel caso di Domenico Maurantonio. A un mese dalla misteriosa morte del 19enne patavino in gita scolastica a Milano i genitori faticano a farsene una ragione. Recarsi in gita scolastica e non tornare a casa è qualcosa di inaccettabile soprattutto se la causa del decesso è una caduta da un piano alto senza un motivo chiaro e senza testimoni. I casi sono due: Domenico ha gridato mentre cadeva, qualcuno lo ha sentito ma tace per vigliaccheria o paura; Domenico non ha gridato perché incosciente (vittima di un malore?).
I compagni si dichiarano estranei ai fatti
A giovedì 11 giugno 2015 va segnalato un tentativo di riconciliazione tra i genitori e i suoi compagni di scuola, che hanno presenziato a una Santa Messa in sua memoria. La funzione è stata celebrata ad Altichiero. Forse ricorderete che non era passata inosservata l'assenza dei compagni di scuola ai funerali. Sui media si erano sviluppate alcune polemiche che i giovani avevano rispedito al mittente, dicendo che hanno sempre collaborato in modo fattivo alle indagini sulla morte violenta di Domenico, avvenuta di notte. Stanno vivendo un'estate davvero difficile questi ragazzi, attesi a breve da una prova importante per il loro presente e il loro futuro, come l'esame di maturità.
I genitori restano comunque convinti che qualcuno sappia qualcosa. Non credono all'ipotesi che il figlio sia caduto da solo dal balcone, senza la spinta da parte di qualcuno. Sotto un'unghia del giovane sono però state trovate tracce genetiche che potrebbero aprire qualche nuovo scenario, visto che sul suo braccio c'è un livido.