Mentre aumentano i gruppi che nascono spontaneamente su facebook per mantenere alta l'attenzione sul caso Domenico Maurantonio, 19enne padovano morto in gita a Milano, le indagini sembrano trovarsi di fronte a un momento di impasse. La morte dello studente è avvenuta in piena notte, tra il 9 e il 10 maggio 2015. Domenico è volato giù dal quinto piano. Il perché, resta un mistero.
Tutta da ricostruire la dinamica
Alle 5,15 circa di quella notte Domenico Maurantonio andò in bagno a lavarsi la testa. Un orario decisamente insuale anche perché non si era in piena estate.
Poi esce dalla camera del Da Vinci di Bruzzano (o è costretto ad uscire da qualcuno?) e lo ritroviamo morto il mattino dopo, quando lo trova un operaio che da l'allarme. Ormai è troppo tardi, visto che tra le 5,30 e le 7,00 il corpo di quel giovane di belle speranze si è schiantato al suolo, senza che nessuno abbia sentito il rumore del tonfo. L'ipotesi più semplice sarebbe quella della volontà di togliersi la vita, peraltro esclusa dai genitori, ma a ben guardare quale aspirante suicida pensa di lavarsi la testa prima di uccidersi? In questo comportamento c'è qualcosa di incomprensibile. E' opinione diffusa che i suicidi lasciano qualche piccola testimonianza del loro disagio, ma non è questo il caso, con la fidanzata che avalla la tesi ribadita più volte dai genitori: Domenico Maurantonio era felice, era atteso dall'importante prova della maturità, aveva buoni voti, non aveva motivo di commettere un gesto estremo.
Eppure, ad analizzare bene le cose, la traiettoria del corpo che cade non lascia intuire una spinta. Il corpo è caduto a piombo.
Resta il rebus degli escrementi
Le feci lasciate nel corridoio provano comunque che il giovane Maurantonio non stava bene, almeno di stomaco, non necessariamente a causa del poco alcool assunto. Il ragazzo aveva bevuto liquore in compagnia dei colleghi, come accade spesso in queste situazioni.
Viene però da chiedersi se un grave malore possa aver confuso la mente del ragazzo al punto da mettersi frettolosamente in piedi sul davanzale per prendere una boccata d'aria, prima di perdere l'equilibrio.
La speranza dei familiari e degli inquirenti rimane quella che qualcuno fino ad oggi rimasto nell'ombra possa farsi avanti per fornire qualche elemento utile a capire cosa può essere concretamente avvenuto e quale fosse lo stato d'animo reale del giovane in quei giorni lontano da casa.