Nel Paese nordafricano verranno attuate misure di emergenza per un mese, volte a ripristinare l'ordine e per attrarre nuovamente i turisti stranieri. Lo riporta l'agenzia di stampa Tap.
"Ho deciso di dichiarare lo stato di emergenza in tutta la Tunisia per 30 giorni. Siamo di fronte a un grave pericolo, siamo in stato di guerra. Abbiamo l'Isis alle porte". In questo modo il presidente tunisino si è rivolto alla nazione per motivare lo stato di emergenza. Il presidente Essebsi ha continuato il suo discorso sostenendo che "La Tunisia sta correndo un serio pericolo e si devono prendere tutte le misure necessarie per mantenere la sicurezza della nazione.
Se attacchi come quello di Sousse si ripetessero, la nazione collasserebbe".
Essebsi ha anche incolpato dei problemi tunisini la poca sicurezza in Libia e la mancanza di una forza internazionale che risolva il problema dello Stato Islamico. "La Tunisia ha bisogno di un sostegno internazionale poiché tutti i Paesi sono in preda al terrorismo". E ancora: "Le nostre frontiere con la Libia sono lunghe 500 km, è difficile per noi controllarle con mezzi che non possediamo. La Libia non ha un vero e proprio Stato. Daech (lo Stato Islamico) è alle nostre porte". Il presidente ha altresì ricordato che la Tunisia ha "Una seria di sfide economiche che dobbiamo affrontare. Il Paese purtroppo si trova in una situazione difficile, una situazione che può essere superata riuscendo ad attirare investimenti dall'estero e ad attirare anche investimenti da parte di imprenditori nazionali.
Questi investimenti - ha precisato - ci potranno essere solo se si crea un clima di tranquillità in tutto il Paese".
L'ultimo attentato in Tunisia ha causato 38 morti, 30 dei quali erano turisti britannici, l'attentatore - lo studente tunisino Seifeddin Rezgui - è stato ucciso da un poliziotto. Subito dopo il massacro l'Isis ha rivendicato la strage. Gli ufficiali tunisini dichiarano che i tre attentatori delle ultime due stragi sono stati addestrati tutti nei medesimi campi dell'Is in Libia.