La sentenza della Cassazione sulle scuole paritarie di Livorno tocca il nervo scoperto dei finanziamenti pubblici alle scuole paritarie e l'esenzione dai tributi come l'Ici e l'Imu. La Cei manda a dire, dall'alto del suo elevato valore etico e morale, quanto pesi il contributo offerto dalle scuole religiose in termini di servizio pubblico offerto ai cittadini con la sua offerta formativa. Tiene a precisare che le scuole religiose consentono un risparmio alle casse pubbliche di ben 6 miliardi. Il Corriere della Sera ospita il dibattito che si è appena aperto, dando voce anche alla controparte come l'intervista rilasciata dal professor Salvatore Settis, uno dei firmatari di un appello lanciato nel 2013 contro i finanziamenti alle private.
Palpabile l'imbarazzo del governo che con il suo sottosegretario, Claudio De Vincenti, annuncia un chiarimento normativo.
Chiarimento normativo in arrivo
La sentenza che disponeva ad alcune scuole di Livorno di pagare l'Ici per gli anni arretrati ha sollevato un polverone che adesso servirà tempo per far calmare le acque. De Vincenti ha espresso la volontà da parte dell'esecutivo di aprire un tavolo di concertazione con le parti in causa al fine di giungere ad un chiarimento normativo. Il sottosegretario afferma che già il governo Monti aveva introdotto una norma equilibrata perché legava il tributo esclusivamente a quelle componenti di chiara matrice commerciale. Il ministro Giannini fa presente che in alcune regioni, come ad esempio il Veneto, lo Stato e le Regioni potrebbero andare in difficoltà di tipo economico se si facesse a meno delle scuole paritarie.
Nella discussione viene chiamata in causa ancora la Pubblica Amministrazione con le esigenze connesse di risparmio.
Rispetto della Costituzione
Chi sostiene che le scuole paritarie debbano pagare i tributi come tutti si rifà all'art. 33 della Costituzione al passo in cui si recita senza oneri aggiuntivi per lo stato. A sostenerlo è anche il professor Settis che aggiunge come negli ultimi anni si sia agito invece in direzione opposta.
Se ai privilegi di natura fiscale concessi alle paritarie non si contrapponesse una opposta riduzione di spesa per la Scuola pubblica, la cosa potrebbe anche essere accettata, sottolinea il professore intervistato dal Corriere della Sera. Il dibattito tra favorevoli e contrari alla riforma si arricchisce e si infiamma.