Un cittadino pachistano è stato fermato a Mantova dagli agenti della Digos di Enna nell'ambito dell'operazione "Looming web", coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo della Polizia di prevenzione e dalla Procura di Caltanissetta. L'uomo avrebbe diffuso attraverso un noto social network materiale inneggiante alla "jihad" e avrebbe istigato un numero indefinito di persone al compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo. Nel contesto della stessa operazione, scattata all’alba di oggi, sono state effettuate perquisizioni in diverse province della Penisola, complessivamente cinque, da Mantova a Enna, da Prato a Como e Milano.

Non si escludono ulteriori sviluppi in una vicenda che riapre il dibattito sul tema dell'immigrazione.

Le indagini

Le indagini sono scattate dopo disordini scoppiati nell'ottobre di due anni in un centro di prima accoglienza per immigrati dell'Ennese, in cui sarebbe rimasto coinvolto il cittadino pachistano fermato dalla Digos nelle ultime ore. L’uomo avrebbe assunto il ruolo di leader fra i suoi connazionali. I poliziotti hanno puntato l'attenzione su due profili “social”, uno dei quali sarebbe stato gestito per condividere foto e frasi che inneggiavano alla “jihad”, al martirio e alla violenza. Da un “post”, inoltre, sarebbe emersa anche l’appartenenza a un’organizzazione sospetta. Indagati altri due immigrati, che risulterebbero vicini al cittadino pachistano.

Polizia di prevenzione

La Direzione centrale della Polizia di prevenzione svolge attività di analisi e fornisce supporto specialistico alle Digos delle Questure, in materia di eversione e terrorismo e su fenomeni politici e sociali che possono avere ripercussioni sulla sicurezza pubblica. Riorganizzata undici anni fa anche in relazione al rinnovato quadro di esigenze legate al riacutizzarsi della minaccia terroristica, a livello internazionale, si articola nel Servizio informazioni generali e nel Servizio centrale antiterrorismo. Il profilo operativo di quest'ultimo servizio è caratterizzato dal rapporto diretto con le ventisei sezioni “Antiterrorismo” delle Digos.