È sulle note dell’inno di Mamemi e della Marsigliese che si sono aperti i funerali laici di Valeria Solesin, la 28enne italiana veneziana vittima dell’inferno del Batacalan. A stringersi intorno al feretro della giovane ricercatrice non solo i vertici delle istituzioni, ma anche i rappresentanti delle diverse comunità religiose. Un abbraccio sincero simbolo di fratellanza che supera le differenze, le diffidenze culturali e la fede religiosa in un dio. A piazza San Marco il messaggio lanciato dai tutti partecipanti è stato unanime: il terrorismo non può mettere in ginocchio la libertà delle persone.

È su questo cammino comune dei popoli che il padre di Valeria, Alberto Soresin, ha ricordato sua figlia: “Non vogliamo isolarla dal suo contesto parigino, dall’università e dai bistrot dove tanti ragazzi immaginano un futuro migliore”. Anche il presidente francese Hollande, ha voluto inviare un messaggio di cordoglio alla famiglia della ragazza: “Era venuta in Francia per amore della cultura e ha trovato la morte sotto il fuoco dei terroristi”. Hanno preso la parola nel corso dei funerali Francesco Moraglia (Patriarca di Venezia), il rabbino Scialom Bahbout e l’imam Hamad Al Mohamad. A nome del governo è intervenuto invece il ministro della difesa, Roberta Pinotti.