Lo storico alleato della Francia, la Gran Bretagna, dice sì alla guerra contro l'Isis. David Cameron questa mattina ha annunciato, al termine dell'incontro con il Premier francese François Hollande, che invierà la Royal Air Force a bombardare le basi dei terroristi. Cameron ha tenuto a precisare che c'è la necessità di condurre un'azione sia in Siria che in Iraq per distruggere le roccaforti dei terroristi.

La guerra mondiale contro l'Isis si allarga

Mentre l'Italia continua ad insistere che non invierà armate in Siria ma che al massimo fornirà supporto logistico, la Gran Bretagna si unisce al battaglione composto già da USA, Francia e Russia che metterà a ferro e fuoco la Siria.

Oltre ad inviare i suoi caccia, il Regno Unito metterà a disposizione delle pattuglie francesi anche la base strategica di Rafakrotiri, sull'isola di Cipro, la quale si trova a poca distanza dalle coste siriane. Con questo annuncio Cameron si mette letteralmente di traverso al suo stesso Parlamento che appena un mese fa aveva votato contro l'intervento militare in Siria. Evidentemente i fatti di Parigi hanno costretto il Premier britannico ad un ripensamento, anche se resta comunque sempre da convincere il Parlamento.

La situazione attuale della guerra in Siria

Negli ultimi giorni la coalizione anti-Isis ha cominciato a collezionare i primi risultati. Due città strategiche come Mheen e Hawwarin sono state sottratte al controllo dei terroristi, molti dei quali sono stati anche uccisi nei raid aerei.

Il recupero delle due città è importante perché esse si trovano lungo un'autostrada fondamentale che collega il Nord del Paese con la zona meridionale, e inoltre si trovano lungo la strada che collega Palmira, l'attuale "centro operativo" dell'Isis con la zona Occidentale della Siria.

La guerra potrebbe presto arricchirsi inoltre di nuovi protagonisti.

I russi infatti stanno facendo un grosso lavoro diplomatico per tirare in ballo i Paesi arabi. Questi finora si sono limitati a pattugliare i propri confini ed evitare che i terroristi entrassero anche nelle loro città per "punirli" per essersi occidentalizzati, ma a breve alcuni di essi potrebbero venire coinvolti nei raid.

Intanto il Ministro italiano Pinotti ha annunciato una collaborazione con alcuni Emirati nel tentativo di scovare e bloccare i gruppi, presenti proprio nei Paesi arabi, che stanno finanziando i terroristi.