Verrà celebrata martedì prossimo, 24 novembre 2015, a partire dalle ore 10.30, presso il Tribunale vaticano, la prima udienza del processo relativo all'inchiesta denominataVatileaks 2riguardante lespese pazze di alcuni tra i membri più in vista degli ambienti vaticani. Imputati nel processo che prenderà il via martedì 24 novembre saranno Monsignor Angel Lucio Vallejo Balda, arrestato il 2 novembre scorso e attualmente detenuto nelle celle della Gendarmeria vaticana; Francesca Immacolata Chaoqui, anch'essa arrestata il 2 novembre ma subito rilasciata in quanto collaboratrice dell'inchiestaeNicola Maio, ex segretario di Monsignor Vallejo Balda.
Oltre a questi tra gli imputati figurano anche:Emiliano Fittipaldi, giornalista de "L'Espresso" e autore, per la casa editrice Feltrinelli del libro-inchiesta intitolato "Avarizia", che svela "i segreti finanziari del Vaticano documenti alla mano"eGianluigi Nuzzi, giornalista e conduttore di fortunati programmi di approfondimento quali, ad esempio, "Gli intoccabili" su La7 e di recente autore del volume "Via Crucis", edito da Chiarelettere, nel quale racconta "dall'interno la lotta che Francesco e i suoi fedelissimi stanno conducendo per riformare la Chiesa".
I cinque, indagati per i reati di"fuga e pubblicazione di documenti riservati" sono stati rinviati a giudizio per "divulgazione illecita di notizie e documenti riservati", reato previsto dall'art.
116 bis del Codice penale vaticano il quale prevede pene che oscillano tra i quattro e gli otto anni. Per Monsignor Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaoqui e Nicola Maio sembra potersi configurare anche il reato di associazione a delinquere. Secondo quanto emerso i fatti oggetto del processo sono stati perpetrati in un periodo di tempo ampio che copre un arco di due o più anni, essendo iniziati nel 2013 e terminati nel mese di novembre di quest'anno.
Per Emiliano Fittipaldiquesto processo è rivolto contro la libertà di stampa e Gianluigi Nuzzi si dice orgoglioso del lavoro svolto e dichiara che martedì siederà in tribunale portando con sé il suo libro "come corpo del reato".