La morte della tredicenne di Brembate Yara Gambirasio è ormai un vero e proprio giallo, che si arricchisce di nuovi spunti investigativi di settimana in settimana. Negli ultimi giorni lo scenario sembra avere subito un'evoluzione favorevole per Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello imputato di omicidio, attualmente detenuto. L'uomo ha sempre gridato la sua innocenza, anche se alcuni indizi portavano a lui. Al 24 novembre 2015 le novità riguardano il ritrovamento di tracce pilifere sul corpo o meglio sotto il corpo di Yara Gambirasio che condurrebbero a una figura nuova dell'inchiesta.

Si tratterebbe di una donna di nome Rosita Brena.

Le novità sul caso

Grazie al lavoro dei colleghi della trasmisione televisiva "Pomeriggio 5", condotta dalla nota presentatrice Barbara D'Urso, sappiamo che si tratta di una madre di due figli che per prudenza non gradisce apparire in tv. Non sarebbe legata da rapporti di parentela con Silvia Brena, insegnante di ginnastica di Yara. Una sua figlia era una compagna di scuola di Yara Gambirasio. Di Silvia Brena si è parlato molto nei giorni scorsi poiché tracce del suo sangue sono state trovate su un polsino della giacchetta indossata da Yara.

Le indagini

A questo punto delle indagini è lecito chiedersi se sia davvero Massimo Giuseppe Bossetti il responsabile della morte della ragazzina, sparita nel nulla dopo essere uscita dalla palestra dove si allenava per poi ricomparire nel campo di Chignolo, ormai senza vita.

Inizialmente si sospettò di un extracomunitario, un operaio risultato poi estraneo. Era stato coinvolto nella vicenda per un banale errore di traduzione. In seguito si ipotizzò che qualcuno avesse voluto vendicarsi del padre di Yara Gambirasio, imprenditore, per qualche torto subito. Cliccate sul tasto "segui" in alto per essere costantemente aggiornati su una vicenda che ha colpito l'opinione pubblica a livello nazionale, anche per l'età della vittima: Yara Gambirasio aveva tredici anni e tanti sogni da realizzare davanti a sé.