Nel silenzio di una Milano che va incontro ai mercatini di Natale, lascia il mondo della passerella all'età di 90anni la Grande stilista bergamasca Maria Mandell, amichevolmente chiamata Mariuccia e conosciuta dal mondo intero con il nome di Krizia -nome scelto, agli esordi della sua carriera, da uno scritto di Platone che narrava la vanità femminile-. Nata nel 1925 ha sempre avuto una passione per quella che un giorno sarebbe stata la sua fortuna, e quella Moda che fino ad oggi l'ha innalzata sul piedistallo di una delle stiliste più importanti, la ricorda per la ventata di vita che riuscì a portare al decennio del rimpiazzo dei vecchi abiti del passato.

Insieme a Giorgio Armani e Gianfranco Ferrè riuscì a riportare l'Italia -fine '60 inizio anni '70-, agli albori della cronaca mondana dopo gli anni di vuoto che seguì alle sorelle Fontana. Grazie all'innovazione dell'italiano Walter Albini, 'padre' del prêt-à-porter con cui lavorò per tre anni, si fece capo delle nuove generazioni che si sarebbero orientate verso l'abbigliamento lavorato in serie, risultante economico, pratico e veloce da indossare.

Chi era Krizia?

Dopo il percorso che nel '54 la vide aprire un laboratorio di moda insieme all'amica Flora Dolci, fondò il marchio Krizia prendendo atto del fatto che l'Italia era spinta dalla moda parigina, e sentendosi pronta per il suo ingresso sulle passerelle di Firenze, nel '64 fece la sua prima sfilata a Palazzo Pitti con una collezione d'avanguardia che meritò il premio 'Critica della moda'.

In seguito a questo evento decise di trasferirsi a Milano contribuendo a farla conoscere in tutto il mondo come la 'Città della moda'.Krizia amava vestire le persone con abiti dal taglio semplice e portabile e fu la creatrice, negli anni 70, dell'hot pants (pantaloncino corto che ricordiamo indossato dalla Carrà in molte sue trasmissioni).

A prescindere dal periodo in cui nascevano le sue collezioni, era amante del bianco e nero e non seguiva la tradizione che altri davano ai colori basati sulle stagioni. Molte collezioni videro la stampa di animali sui tessuti e alla richiesta del motivo confessò di esserne spaventa, quindi utilizzarne l'immagine riusciva a esorcizzarne le paure, e la tigre che ripropose spesso negli abiti in seguito diventò il simbolo della casa.

Stimata e amata da amici eclienti, compresa tutta la stampa e anche quella straniera che la chiamava Crazy Krizia, era definita geniale per il talento che riversava sulle sue collezioni. Apparentemente controcorrente ma sempre all'avanguardia, in un'intervista il suo amico e fotografo Giovanni Gastel, la definisce una donna forte e durissima dicendo che "a volte si arrabbiava come una pazza" ma che "aveva sempre chiaro quel che andava fatto".

Signora della moda commerciale

La sua moda è sempre stata innovativa e sorprendente; spesso alle semplici stoffe alternava l'utilizzo del sughero, della gomma, della laminatura, la pelle ricercata e l'arte del plissé (tessuto a pieghe regolari) per dare sempre qualcosa di nuovo al mondo della vanità che dai geni chiedeva sempre di più.

Nel 1980 debutta il suo primo profumo "K de Krizia" a cui nel corso degli anni fanno seguito altri; otto anni dopo lancia la linea "Krizia uomo", nel 2010 "Kriziapoi" che si occupava di gadget, borse e scarpe, e nel 2013 la "Krizia teen" dedicata ai bambini e ai più giovani. Da tempo la griffe era molto apprezzata dalla Cina e un anno fa, causa motivi economici del brand e la salute della Mandelli, la società Krizia Spa è stata venduta all'imprenditrice cinese Zhu Chongyum capo della Shenzhen Marisfrolg Fashion, holding dell'abbigliamento. Krizia, morta il 6 dicembre, ha avuto le sue esequie oggi alle 11 nella chiesa di Sant'Angelo in via della Moscova a Milano; la messa funebre le ha dato l'ultimo saluto accompagnata da tutti quelli che l'hanno amata.