Si riapre il caso Ylenia Carrisi con le sorprendenti notizie giunte dagli Stati Uniti circa la possibilità, secondo il detective Dennis Haley, che un cadavere di donna trovato nel bosco di Hunt nel 1994 sveli il mistero della scomparsa della figlia di Romina e Albano. Di grande interesse giornalistico risulta un'intervista concessa alla stampa specializzata ("Giallo") dalla figlia dell'uomo accusato di una serie di femminicidi di nome Keith Jesperson, un ex camionista che sta scontando la condanna all'ergastolo. Sarà l'esame del dna a fugare ogni dubbio.

Per ora ci sono alcuni indizi che conducono alla figura di Ylenia: dalla dentatura in perfette condizioni al vestito indossato fino al nome usato da Ylenia Carrisi durante la sua esperienza on the road in America e cioè Suzanne e dunque il nome dichiarato dalla donna che salì a bordo del camion guidato, il giorno 31 dicembre 1993, da Keith Jesperson, altrimenti noto alla polizia americana come "Faccia sorridente" visto che era solito firmare i suoi messaggi con una sorta di emoticon dei tempi, forse solo un modo beffardo di presentarsi per ribadire una pretesa superiorità.

Ricordi

Sono davvero drammatici i ricordi della figlia di Keith Jesperson, l'uomo sospettato dell'ipotetico delitto. Melissa, questo il suo nome, ha spiegato ai cronisti di "Giallo" di ripensare al proprio passato con grande paura.

Oggi ha la consapevolezza di essersi trovata in grande pericolo. L'uomo si trova ristretto in carcere con l’accusa di avere commesso otto femminicidi ma lui sostiene di avere ucciso ben cento volte. Ovviamente non è possibile dire con certezza se questa affermazione sia veritiera o meno.

Il camion

Melissa ricorda comunque la crudeltà di suo padre contro gli animali.

In un'occasione uccise con disarmante freddezza alcuni cuccioli di gatto casualmente trovati in compagnia della figlia. L'uomo era un camionista di professione e sarebbe stato proprio durante uno spostamento col mezzo (il condizionale è d'obbligo) che avrebbe fatto salire Ylenia Carrisi, la quale stava facendo l'autostop. Secondo la testimonianza della figlia il padre disse che vederla soffrire era divertente: una considerazione che, se vera, direbbe molte cose sul suo stato mentale. Nelle prossime settimane ne sapremo di più.