Il caso mediatico di Valentino Tscoppiò in diretta tv durante la puntata di 'Chi l'ha visto?' del 2 dicembre scorso. Federica Sciarelli, senza tanti giri di parole, iniziò la puntata parlando di un untore, ovvero, di un ragazzo trentenne romano sieropositivo, Valentino T, arrestato dalla polizia perché aveva avuto rapporti sessuali non protetti, senza avvisare le partner della sua malattia. Inizialmente erano state individuate soltanto sei vittime, poi nei giorni successivi il numero delle donne infettate salì a dieci. Col passare del tempo e, a mano a mano, che dai media sono trapelati ulteriori dettagli sull'indagato, come una foto dei suoi tatuaggi, le donne che l'hanno riconosciuto e che hanno avuto rapporti sessuali non protetti con Valentino T è aumentato in modo esponenziale, a tal punto che anche due partner di queste donne sono stati trovati positivi al virus Hiv.

Cresce il numero: almeno 29 donne infettate da Valentino T

Purtroppo le notizie che giungono dal pubblico ministero, Francesco Scavo, che si sta occupando del caso, non sono per niente rassicuranti. Infatti, il numero delle donne contagiate da Valentino T è salito a ventinove. Mentre risulta sempre più difficile stabilire se eventualmente anche i nuovi compagni di queste donne siano stati contagiati a loro volta, perché dimostrano una certa reticenza nel voler fare le analisi, visto l'interesse mediatico che è scoppiato intorno al caso. Intanto,il Tribunale del Riesame ha stabilito che Valentino T deve rimanere in carcere, ritenendolo ancora pericoloso e per niente pentito di aver messo a rischio la salute di un numero così elevato di donne.

Un caso, quello di Valentino T, che ha messo a nudo un mal costume largamente diffuso, ovvero, spesso quando si hanno rapporti occasionali si fa poco uso del preservativo perché il virus dell'Hiv è percepito come qualcosa di sconfitto, che non esiste più nella nostra società. Dunque, tutta questa tragica vicenda, iscritta nel corpo di queste ventinove donne, deve servirci almeno come spia per non abbassare mai la guardia.