Sono tantissimi gli articoli che girano in rete sulla storia di Paolo e Carla, la coppia di Pozzuoli che ha fatto parlare di sè per il gesto violentoe drammaticoche ha portato lei (e la bambina che avevain grembo) in ospedale e lui in carcere.Le verità si alternano alle bugie e allo sciacallaggio.La cosa più incredibile è che, oltre al senso di indignazione di massa, che è il sentimento più esternato e condiviso, c'è anche qualcos'altro che si muove subdolamente e che comincia a prender forma col passare dei giorni.Tutto è cominciato quandoPaolo Pietropaolo ha messo in circolazione alcune voci su un presunto tradimento di Carla.
Ma facciamo un passo indietro.
Sulla questione "violenza sulle donne" che sembra incalzante, ma in realtà sta solo uscendo allo scoperto dopo secoli di celata esistenza, si è espresso uno psichiatra, Francesco Blasi, facendo un'analisi della società moderna:una società che viveesposta in vetrina e con un bisogno quasi ossessivo di nutrire le apparenze. Terreno fertile per il narcisismo patologico.
La testimonianza dell'amico di Pietropaolo
Un amico di Pietropaolo, che ha preferito rimanere anonimo, ha rilasciato una dichiarazione apparsa suCronaca Flegrea.
Si tratta di una persona che lo ha frequentato sin da ragazzino.Ha parlato di Paolo come diun ragazzo di famiglia agiata, che avrebbe ereditato un ristorante di nota fama, uno che non ha mai avuto bisogno di niente, molto viziato dalla vita.
Un percorso con pochi ostacoli il suo, che non gli ha permesso di crescere, di maturare, di fare il "salto". Quest'evidenzaha fatto sì, quindi, che i due amici si separassero. Da questo racconto emergono già particolari interessanti che aiutano a far luce, ma sono le dichiarazioni stesse di Pietropaolo a rivelarela sua natura.
Le dichiarazioni di Pietropaolo
Tra connessioni e sconnessioni, ricordi e vuoti di memoria, Paolo Pietropaolo ha fornito parecchi particolari sulla faccenda e sul gesto che ha compiuto. Una storia, quella con Carla, che durava da quando avevano 13 anni: una vita intera, tra alti e bassi.Un amore che si era ammalato (molto probabilmente a causa della crescita insana di lui) e che aveva cominciato ad essere difficile da vivere, tra la depressione di lui e i dubbi di lei.
Pietropaolo ha anche rivelato, confidandosi con i poliziotti come fossero suoi amici d'infanzia, che Carla aveva un'altra relazione dal 2009, con un uomo separato e con dei figli.
La sua versione dei fatti vuole che, però, lei avesse voluto un figlio da lui, addirittura ricorrendo all'inseminazione artificiale.
Pietropaolo, dice, non ha mai sentito sua la bambina. L'avrebbe uccisa tranquillamente, quando ha perso la testa "perchè lei lo tradiva". Ma,in un'altra ricostruzione dei fatti, ha assicurato che non voleva ammazzare la sua compagna, ma "solo" sfregiarla, lasciarla senza quella bellezza eterea che poteva vantare e che la rendeva così speciale agli occhi suoi e degli altri (probabilmente riferendosi al presunto amante).
"Non avrei riconosciuto la bambina", dice. "Ho perso la testa, la odio, la amo, la odio; in passato ho anche tentato di suicidarmi".
Tutto degno di una scena di un film drammatico, poco reale però.Prima di tutto perchè chi ha la vera intenzione di ammazzarsi non lo dice, lo fa.In secondo luogo perchè è proprio la caratteristica più spiccata dei narcisisti e dei violenti recitare la parte della vittima per confondere gli interlocutori e tentare di trovare giustificazioni alle proprie azioni.Ese questo può anche funzionare, in qualche ambito, davanti ad evidenzecosì forti e spregevoli, non c'è nulla che tenga.
Amori malati
Fosse anche vero tutto quello che Pietropaolo testimonia, la storia tra lui e Carla non sarebbe l'unica a risentire di un legame malato, dipendente, morboso, patologico. Le dinamiche che si instaurano a volte in una coppia, per quanto spiacevoli siano, possono essere difficili da spezzare. Ma nulla di tutto questo può servire a giustificare unepilogo del genere.