In questi giorni in Brasile sta creando un certo scandalo la vicenda di Monique Motta, una modella trentenne brasiliana che sul suo profilo pubblico di Instagramha candidamente dichiarato il suo amore per un minore che non ha ancora compiuto 13 anni d'età. Le foto sono significative, la coppia appare in situazioni molto complici ed intime, foto accompagnate da messaggi testuali inequivocabili, come ad esempio: "L'amore della mia vita". La notizia si è diffusa in poco tempo su tutto il paese, con l'opinione pubblica che si è comprensibilmente scandalizzata per questa storia così estrema, appare fin troppo evidente infatti un caso sospetto di pedofilia.

Monique Motta una volta accortasi che la sua relazione aveva avuto una forte esposizione mediatica, ha pensato bene di cancellare le foto incriminate anche se ormai era tardi, perché in poco tempo quelle immagini hanno fatto il giro di tutti i media. Il fidanzatino invece ha reso il suo account privato, permettendo così la visione dei suoi contenuti solo agli utenti da lui approvati.

Secondo i media locali, il giovane è il figlio di un facoltoso uomo d'affari del Brasile. Il loro rapporto sentimentale, appariva abbastanza romantico e sincero e c'era pure chi sosteneva la loro relazione, ma la legge parla chiaro: consumare un rapporto sessuale tra una persona della maggiore età ed un minore è considerato reato.

Oggi giorno non ci sorprende più di tanto vedere uomini e donne che hanno partner con differenze d'età molto elevata e negli ultimi anni questa tendenza e cresciuta molto anche tra le donne più mature, che cercano la compagnia di fidanzati molto più giovani, anche con oltre 20 anni di differenza. Ma prescindendo dai giudizi morali di tali rapporti, in termini legali rientra tutto nell'ordinario se entrambi i partner hanno raggiunto la maggiore età.

Questa vicenda ci riporta indietro al 2015, per un caso simile accaduto negli Stati Uniti, dove ci fu una relazione tra una professoressa ed uno studente ancora minorenne.

Il caso di Brooke Dinkel

Nel 2014 nel Kansas (Stati Uniti) balzò alle cronache la storia di Brooke Dinkel, una consulente scolastica che ebbe una relazione con un ragazzino di 13 anni.

Un rapporto che durò da ottobre 2013 fino a marzo 2014 e con diversi rapporti sessuali consumati dalla coppia. La donna aveva anche due figlie dell'età di 4 e 6 anni e la sua relazione col minore proseguì finché alcuni funzionari della scuola non furono messi al corrente della relazione. Brooke Dinkel fu condannata dal giudice a quasi 14 anni di carcere, nonostante il suo avvocato dichiarò in tribunale che la sua assistita era mentalmente instabile, giudizio rafforzato anche dal referto di uno psicologo che giudicò la Dinkel affetta da disturbi di personalità e problemi di depressione. Durante il processo l'imputata implorò in lacrime il giudice per una pena più leggera, dicendo: "Voglio tornare nella mia famiglia, dalle mie bambine. Ho bisogno di assistenza, di medicine, ma non sono una predatrice sessuale". Ma il giudice respinse la sua richiesta, aggiungendo: "In questa storia la vittima non sei tu".