Durante la notte (00:43 ora italiana), in un campo di rifugiati istituito dalle Nazioni Unite nella città di Malakal nel Sudan meridionale, tribù rivali si sono scontrate ferocemente per motivi etnico-religiosi arrecando forti disagi alle persone presenti nel compound.L’organizzazione umanitaria di Medici Senza Frontiere (MSF), che da decadi è presente su tutti i continenti del mondo per soddisfare i bisogni delle persone “mutilate” da eventi bellici, in un comunicato pubblicato poco dopo la strage sul sito ufficiale,ha dichiarato che la guerriglia ha portato alla morte di diciottopersone, tra cui due dipendenti della stessa associazione.

Il bilancio, tuttavia, è in continua evoluzione,infatti, secondo il quotidiano francese “Le Figaro”, lo scontro tra i due gruppi etnici, i Dinka e gli Shilluk, oltre ai morti già accertati ha portatoal ferimento di almeno 36 persone; molti di loro versano in gravi condizioni, in quanto colpiti da proiettili di media grandezza(i caschi blu ipotizzano l'utilizzo di mitra o armi simili d'assalto) e ricoverati in strutture ospedaliere abbastanza obsolete. Si tratta di un vile attacco contro una Ong che negli ultimi due anni, solo nella città dove è avvenuto l'attacco, ha gestito i bisogni di circa 40000 persone ridotte in povertà.

Le dichiarazioni del coordinatore MSF in Sud Sudan

Il coordinatore del progetto della Ong in Sud Sudan, Marcus Bachmann in una conferenza stampa d’emergenza ha accusato di scarsa attenzione il mondo occidentale per ildramma in cui versa lo stato africano dal dicembre 2013 (inizio della guerra civile scoppiata tra i fedelissimi del Presidente Salva Kiir e il gruppo capeggiato dall’ ex vice presidente Riek Machar ndr) ed ha inoltre attaccato i vari gruppi tribali sudanesi, dichiarando ai media internazionali: "Questo attacco contro i civili è scandaloso e chiediamo ai gruppi armati di porre fine queste azioni" ed incalzato dai giornalisti ha ribadito: "Le persone che vengono qui nel nostro accampamento cercano soltanto la pace e quindi non devono essere attaccati per alcun motivo da nessuna delle tribù".